“Il Giorno”

“Il Giorno”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denuncia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

[…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Giorno” […] firmato da Tino Fiammetta, dal titolo Pestaggio alla Statale: prima svolta nelle indagini. Arrestati due picchiatori. Milano, sono entrammi studenti. Uno è dei “NoTav” “.

L’autore, dopo aver utilizzato il termine “studente” nel titolo, ribadisce tale condizione, decrivendo lo scrivente come “studente universitario fuori corso“. Ciò non è vero. Lo scrivente, dopo aver conseguito la laurea triennale presso l’Università degli Studi di Milano { 2009} , non è più iscritto presso alcuna facoltà.[…]

Proseguendo nella lettura, l’autore, riferendo lo svolgimento dei fatti scrive che “per oltre trenta minuti, quel corpo rimane immobile nel cortile, mentre una chiazza di sangue si allarga vicino alla testa. Poi due amici lo rianimano e a spalla lo portano fuori”. Tale ricostruzione non è assolutamente veritiera, e ciò lo si evince dal verbale di denunicia/querela sporta al sig.***** che ricostruisce i fatti di quella notte in questi termini:  ” (….) li sentivo allontanarsi. Poco dopo mi rialzavo ed in quell’occasione mi ritrovavo a fianco il mio coinquilino, col quale facevo rientro all’alloggio”. Versione dei fatti ribadita e confermata dall’amico{ex amico cheera con lui al momento della rissa e mai ci accusa} del sig. ******, nel verbale di sommarie informazioni rese dallo stesso in data 10 aprile 2013.[…]

3.L’articolo è apertamente denigratorio, diffamatorio[…].

Si tratta di una notizia che solo in parte descrive il vero, laciando spazio ad allusioni sulla mia personalità[…] effetto amplificato dalla diffusione che ha avuto la notizia.

Chiedo pertando che si proceda nei confronti dell’autore dell’articolo, Tino Fiammetta, giornalista del queotidiano “Il Giorno” e il direttore reposnsabile Giancarlo Mazzuca per il reato di cui all’art 595 co. 3 c.p.

 

“Il Giornale”2a denuncia-querela

“Il Giornale”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denuncia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983, espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

]…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Giornale” nella sezione[…] giornalista Enrico Silvestri, dal titolo “la sinistra difese i condannati, il sindaco di milano offre solidarietà alla vittima. Torna la violenza studentesca: arrestati due autonomi. Due antagonisti in cella per aver masssacrato di botte un ragazzo che rischia la paralisi”.

E’ da subito necessaria una precisazione, dal momento che, non solo nel titolo (“rischia la paralisi”), ma anche nell‘articolo, si ribadisce che il sig.*****”riporterà danni fisici e celebrali permanenti, con probabili paralisi”. Come da verbale di sommarie informazioni rese dal sig. ******* { presunta-vittima }in data 28 giugno 2013 ,alla domanda “attualmente soffre di sisturbi/problemi dericati dalle lesioni e dai postumi[…]” la risposta è “no“. [….].

3. L’articolo è apertamente denigratorio , diffamatorio[…] ampio spazio ad allusioni sulla mia personalità[..]non veritiere.[…]effetto amplificato dalla diffusione che ha avuto notizia.

Chiedo pertanto che si proceda nei confronti dell’autore dell’articolo, il signor Enrico Silvestri giornalista del quotidiano “Il Giornale” e del direttore responsabile Alessandro Sallusti per il reato di cui  all’art 595 co. 3c.p.

“Il Corriere della Sera”

“Il Corriere della Sera”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

]…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Corriere della Sera” nella sezione “cronache” alle pag 18 e 19 ha pubblicato un’articolo, firmato dai giornalisti Focarete Michele e Galli Andrea, dal titolo:

“Il caso. Il pestaggio a febbraio. Scrive sul manifesto dei prigionieri politici e scatta la violenza. Calci in testa per un disegno, la follia e i silenzi alla Statale. Studente sfigurato durante un’ occupazione. Due arresti”.

Lo scrivente vuole da subito precisare che i fatti accaduti non devono inquadrarsi in una “occupazione”, bensì in una festa: una situazione ben diversa, ma che così rappresentata e descritta trae sicuramente il lettore in inganno.

Nel proseguo dell’articolo lo scrivente viene rappresentato come quello che mena le mani spesso”. Quanto affermato è falso. E’ privo di ogni fondamento. E’ offensivo. Non solo. “la testa un pò sulle nuvole”. Nuovamente viene utilizzato in tono denigratorio e offensivo. Ma ancora “le panchine della Questura: quanti precedenti per Minani“. Allusioni, alla personalità e allo stile di vita dello scrivente, che non solo sono prive di ogni fondamento, ma anche offensive. Prima di questo episodio, ero stato sottoposto a custodia cautelare in una sola occasione, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e, a oggi, non sono mai stato condannato con sentenza passata in giudicato.

Quanto alla descrizione dei fatti di quella sera e delle condizioni di salute del sig ***** sono necessarie alcune precisazioni, dal momento che l’articolo riporta solo una verità parziale. ” Prima calci e pugni. Cado. Mi proteggo, mi copro il viso. E sulla mia testa, sul petto, sulla pancia, vedo volare scarponi. Non si fermavano più, una settantina di giorni di prognosi“. Quanto riportato nell’articolo addirittura virgolettato, non corrisponde a verità. O meglio, non corrisponde a quanto riferito dal sig.*******{presunta vittima} nel verbale di ricezione denuncia/querela del 27/ febbraio 2013 (“venivo colpito più volte, in particolare dopo un pugno cadevo a terra intontito, venivo trascinato all’esterno, e nuovamente percosso, facevo per rialzarmi e venivo colpito più volte anche da alcuni calci”) e nel verbale di sommarie informazioni redatto il 10 aprile 2013 (“mentre cadevo per terra,  gli stessi continuavano a picchiarmi con calci e pugni”).

Gli autori proseguono nella loro ricostruzione dei fatti sostenendo che il sig.****** “rimase a terra un’ora e mezza. Ciò non è vero: è lo stesso sig ******a riferire “poco dopo mi rialzavo”. Non solo, gli autori scrivono che al sig.***** venne urlato “allora non sei un comunista!”. Circostanza, questa, mai emersa dalle dichiarazioni rese dal sig.*****, ma che certamente “getta” lo scrivente { e-o chichessia } sotto una “cattiva luce” etichettandolo in modo dispergiativo { l’appellativo usato in termini di negazione unita la sillogismo – non comunista quindi da picchiare.. circostanza infondata e addirittura virgolettata, oltre che totalmente falsa non è neppure mai emersa da nessuno dei denucnianti in nessun verbale}. Ancora, “pensavo di essere morto“. Quanto riferito dal sig. ****** è ben diverso: è lui stesso a riferire “ho simulato di cadere a terra incosciente”.

Quanto alla carrierea universitaria dello scrivente, nell’articolo si evince che risulta iscritto da eterno fuoricorso a Scienze Politiche”. Quanto detto non corrisponde al vero. Lo scrivente, dopo aver conseguito la laurea triennale presso l’Università degli Studi di Milano{ 2009}, non è più iscritto presso alcuna facoltà universitaria.

Inoltre l‘articolo era corredato da alcune vignette disegnate in cui sono rappresentate due persone che infieriscono su un ragazzo riverso a terra in una macchia di sangue: il lettore è quindi indotto a credere che le due persone arrestate di cui si parla nell’articolo siano accusate di aver materialmente agito colpendo il ragazzo, già privo di sensi, per terra. Si tratta di una ricostruzione non solo non veritiera, ma neppure fondata sulle dichiarazioni accusatorie rese nei miei confronti: nessuno mi ha mai indicato come esecutore materiale di quella fase del fatto. { Suggestione e falso inventato dai giornalisti “macchia di sangue” mai emersa dai verbali pronto soccorso e neppure dalle denucnie }.

3. L’articolo è apertamente denigratorio[…].

laciando ampio spazio ad allusioni e sulla mia personalità e la mia situazione con la giustizia, non veritiere.[…] ingerendo nei lettori una scorretta e disinformata opinione sulla mia persona; effetto amplificato dalla diffusione che ha avuto la notizia.

Chiedo pertanto che si proceda nei confronti degli autori dell’articolo, i sig Michele Focarete e Andrea Galli, giornalisti del quotidiano “Il Corriere della Sera” e nei confronti del direttore responsabile Ferruccio De Bortoli, per il reato di cui all’art 595 co. c.p.

“Il Giornale” 1a denuncia- querela

“Il giornale”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

]…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Giornale” nella sezione “milano Cronaca” a pag 3 ha pubblicato un articolo, firmato Enrico Silvestri, dal titolo: “Università violenta. La zona franca dei centri sociali. Pestaggio in Statale: due arresti. Uno dei due antagonisti già fermato per attentati alla TAV. La vittima resterà sfigurata e con danni celebrali.

Lo scrivente, nel contesto del “movimento No Tav”, non risulta, per quanto a propria conoscenza, assolutamente imputato per un reato di “attentato”, bensì per “resistenza a pubblico ufficiale”: si tratta di imputazioni ben diverse.

Quanto poi alla condizione del sig.****** è necessaria una precisazione, dacchè non solo nel titolo, ma anche nell’articolo si ribadisce che il sig. *******”resterà con danni celebrali”. Come da verbale di sommarie informazioni rese dal sig.*****in data 28 giugno2013[….] alla seconda domanda la risposta è no.[….]Da tali affermazioni non si evince di certo, nè vi è alcun referto medico attestante a ciò, che il sig.******* ha subito o subirà “danni celebrali”.

Si è voluto enfatizzare i fatti utilizzando termini altisonanti, trascurando però la realtà delle cose.

Nella ricostruzione degli accadimenti di quella sera ci si discosta dalla realtà dei fatti ricostruita dallo stesso sig.*****. Stesso intento di cui prima. Enfatizzare l’accaduto. “Lo buttano in strada come un sacco di rifiuti”. Il sig.******* riferisce, come da verbale di denuncia/querela, “venivo trascinato all’esterno”. Non ci si capacita nè del paragone col sacco dei rifiuti, nè della ricostruzione.

Ricostruzione, acnora una volta poco veritiera, e di certo volta a mettere sotto una “cattiva luce” lo scrivente, descritto come “vile”, bestia e omicida, riferendosi alle modalità del “pestaggio”. Aggettivi questi sicuramente denigratori della persona dello scrivente.

Sempre in merito alla ricostruzione dei fatti, l’autore scrive: “quando i”compagni” finiscono il loro “lavoretto” si accorgono che respira a fatica, lo prendono di peso e lo sbattono in strada”. Ciò non è assolutamente vero {per chichessia}.

[…]Lo stesso { *******presunta vittima nei verbali di denuncia contro ignoti } ribadisce di essere stato “trasportato” all’esterno dell’edificio universitario. Non è vero nemmeno il particolare “respira poco”. E’ lo stesso sig.******* a dirlo nel verbale di denuncia/querela[…] “….li sentivo allontanarsi. Poco dopo mi rialzavo ed in quell’occasione mi ritrovavo a fianco il mio coinquilino, col quale facevo rientro nell’alloggio”. Nulla dice circa le sue condizioni repiratorie nè in quell’occasione nè mai oltre.

Proseguendo nella lettura dell’articolo, l’autore non manca di “trattare” della situazione penale dello scrivente. lo scrivente viene definito come “più volte denunciato e arrestato per fatti di piazza”.Non solo, pronotosegue definendomi “personaggio ultra (…) con una sfilza di reati da piazza lunga un chilometro”. Prima di questo episodio, sono stato sottoposto a custodia cautelare un sola occasione, con l’accusa di resistenza a pbblico ufficiale e, ad oggi, non sono mai stato condannato con sentenza passata in giudicato.

3.L’articolo è apertamente denigratorio, diffamatorio[…] ingerendo nei lettori una scorretta e disinformata opinione sulla mia persona[…]

UDIENZA E SENTENZA DI 2° GRADO

Domenica 24 giugno confermato pranzo al Soy Mendel in via Cancano 5 di  fronte al parco delle Cave per collettivizzare l’inchiesta-montatura alla Statale. Sarà un momento informale ma di aggiornamento per cercare di mantenere alta l’attenzione sulla vicenda politico giudiziaria e rilanciare la solidarietà. Ritrovo H 13. Lollo

Per arrivare prendere uscita tangenziale ovest Bisceglie oppure bus 67 o 63

 

UDIENZA E SENTENZA DI 2° GRADO: AGGIORNAMENTO

POST SCRIPTUM: {…} tra parentesi graffe le mie personali aggiunte.

Ore 9:15 inizio processo. Per ultimo, il nostro appello.

A differenza delle udienze di primo grado, non ci sono la ventina di agenti in borghese che vanno avanti e indietro. 4/5 agenti come di “consuetudine” che si alternano.

Il processo parte alle 12 e la presenza tra le attese, tra chi passa per un saluto solidale, chi resta, e chi arriva dopo è continua.

Purtroppo, la reporter, che doveva video o audioregistrare l’udienza, per un problema burocratico, non è stata fatta entrare. Dunque nessuna sintesi “fedele per definizione come è un audio-video registrazione” delle udienze e tocca fare lo “scribacchino” riportando al meglio possibile dagli appunti che ho preso.

H 12:00 RELAZIONE. ( relazione di un Giudice che “racconta” lo storico del processo).

Su cosa ha portato al processo, le indagini e le parti in causa.

Sottolinea il 1° momento e 2° momento.

Circa il 1° momento dice poco ( quello per il formale mandato d’ arresto).

2° Circa il secondo momento, si dilunga un pò di più…ovvero minuti dopo quello per cui *****{accusatore-ritrattatore} (con alcuni amici e non la ****{presunta vittima}) tornò indietro e infine la pattuglia dei carabinieri che arriva. Utilizza ancora termini come “cingere la spalla”, presunte intimidazioni velate ecc.

Ammette formalmente in via preliminare alcune richieste dell’avvocato di difesa: i motivi aggiunti al ricorso.

L’avvocato di difesa mentre si appresta a chiedere la dichiarazione dell’imputato si risiede perche il Procuratore “parte subito”.

H 12:17. L’ ACCUSA: PROCURATORE GENERALE.

Ribadisce l’importanza delle “prime” dichiarazione di *****{•accusatore-ritrattatore} il famigerato 12 aprile 2013.

Ribadisce l’ esattezza della sentenza di primo grado che considera motivo principale d’accusa: il CONCORSO a partecipare alle lesioni gravissime subite da…

Ribadisce l’ origine della vicenda che parte dal manifesto su quello che definisce manifesto “prigionieri politici comunisti” …che ha scaturito un’ azione violenta iniziata dentro e proseguita fuori…

Ribadisce che  tra gli aggressori è individuato un soggetto di colore identificato successivamente in uno dei 2 arrestati e successivamente alla ritrattazione { che chiama versione} con le giuste totali imputazioni a suo carico.

Aggiunge la SIMULAZIONE di atteggiamento di apparente tranquillità nel momento dell’arrivo della pattuglia soprattutto per Minani. Aggiunge che LA MINACCIA “ha raggiunto l’obiettivo perchè *****{accusatore-ritrattatore} non denucniò nell’immediato”.

Sostiene “la giusta  valutazione della sentenza del 1° grado in quanto corretta l’imputazione di partecipazione concorsuale in lesioni gravissime ecc…”

I testi a discarico ( testi della difesa) sono a detta sua“insufficienti”.

Richiede la conferma della sentenza di condanna del 1° grado.

{Non dilungno ulteriormente il narrato in quanto sono presenti una serie di inesattezze oggettive e imprecisioni svariate anche dal punto di vista accusatorio, viene da pensare che poteva almeno leggere la sintesi delle carte processuali}.

DICHIARAZIONE SPONTANEA.

IMPUTATO:”Richiedo  di fare una dichiarazione spontanea“.

La Corte accetta.

Dopo la prima frase interrompe, tra lo stizzito e lo svogliato. PRESIDENTE CORTE:“Ma quanto dura?

IMPUTATO: “E’ breve, 3-4 minuti circa

PRESIDENTE CORTE: “Prego”.

Appena ricomincio insiste iL Presidente con una seconda interruzione.

PRESIDENTE CORTE: “Ma se è scritta non la legga c’è la consegna e la mettiamo agli atti

IMPUTATO: “Sono degli appunti perchè ci sono molte cose da tenere a mente.Ma è breve e la leggo veloce“.

Si inserisce molto pacatamente l’avvocato di dfesa: “E’ giusto una breve dichiarazione solo su dei punti precisi che il mio assistito vorrebbe leggere“.

PRESIDENTE CORTE: “Va bene, prosegua“.

TESTO DICHIARAZIONE.

Sono stato condannato per un fatto che non ho commesso.

L’ho detto fin dal primo momento in cui sono stato arrestato nell’interrogatorio di garanzia, l’ho ripetuto nell’interrogatorio ( da me richiesto) del Pubblico Ministero mentre ero in custodia cautelare in carcere, l’ho ripetuto nell’esame a cui mi sono sottoposto nel giudizio immediato ( da me richiesto ), e lo ribadisco qui.

Qualla sera ero presente alla festa in Università Statale. La festa si svolgeva tra l’atrio cui si accede dall’ingresso pedonale di via Festa del Perdono, il corridoio di fronte e l’atrio in fondo a tale corridoio dal quale partono le scale che conducono ai piani superiori. In quest’ultimo slargo, che è molto più ampio vi era allestita una zona bar.

A un certo punto della serata, mentre mi trovavo nella zona bar[…] ho notato che stava succedendo qualcosa nel corridoio: ho sentito voci coincitate che si accavallavano e persone che si accalcavano.

Tutti guardavano verso l’uscita e sembravano spostarsi verso quella direzione.

Ho provato anch’io a spostarmi verso l’affollamento per capire meglio.

Giunto all’altezza della porta d’ingresso sono riuscito a vedere alcuni frammenti di quella che mi sembrava la parte finale di una rissa: alcune persone che si urlavano contro, alcune che cercavano di avventarsi sulle altre,  qualcuno che sembrava trattenere.

Una persona che dopo averlo visto nel processo di primo grado ho ricostruito era ******{presunta vittima}, era in piedi e urlava contro le altre.

Alcuni erano molto alterati, dalla rabbia forse anche dall’assunzione di alcool o sostanze stupefacenti.

Poi qualcuno si è allontanato e si è ristabilita la calma.

Non posso dire con certezza di aver riconosciuto qualcuno in quell’azione: ricordo alcune persone, ma non potrei dire con certezza cosa stessero facendo: se stessero colpendo qualcuno, se stessero difendendosi o separando o semplicemente urlando. Il ricordo di qualla fase non è nettissimo. La scena è durata pochi secondi e non vi avevo dato peso, anche perchè non avevo avuto la percezione che qualcuno si fosse fatto particolarmente male: nella mia mente non è stata più rievocata fino a che, dopo sei mesi, sono stato arrestato.

Ristabilita la calma, sono uscito anche io fuori, sul marciapiede di Via Festa del Perdono per fumare una sigaretta ( la scena che ho desritto prima l’avevo vista attraverso l’uscio con la gente accalcata a guardare). Qui mi hanno detto che la rissa era stata causata dal gesto di alcune persone che avevano strappato dal muro un manifesto in supporto della lotta No-Tav. Anch’io, pochi mesi prima, ero stato arrestato per quella lotta.

Poco dopo, alcune persone sono ritornate con fare aggressivo e molto agitate verso l’entrata. Non ricordo le parole esatte che stavano urlando: pretendevano spiegazioni o qualcosa di simile. Si rivolgevano indistintamente ai presenti. Svariate persone che erano li di fronte ( non so dire se fossero le stesse con cui loro avevano litigato in precedenza ) gli urlavano di andarsene.

Ad un certo punto si sono rivolti in modo molto aggressivo anche a me, che in quel momento ero sul marciapiede, da solo, in disparte e guardavo questa scena. Ricordo uno di loro in particolare che diceva parole del tipo “No-Tav tutti in galera!”.

A quel punto mi sono alterato anch’io: primo perchè pensavo che fosse imprudente da parte loro tornare indietro con quell’atteggiamento e in quel contesto, perchè rischiavano di accendere nuovamente gli animi. Inoltre non nascondo che il fatto che oltraggiassero il movimento No-Tav mi avesse offeso anche personalmente. Io devo aver rivolto a quello che mi si stava avvicinando e che poi ho saputo essere *****{accusatore-ritrattatore} qualche parola in tono acceso. A quel punto lui mi si è scagliato contro. Io lo ho schivato e lo ho colpito con un pugno e forse con un calcio: non gli ho fatto particolarmente male. Lui non è riuscito a colpirmi e si è allontanato con gli altri.

I carabinieri sono arrivati poco dopo. Hanno parcheggiato la macchina proprio vicino al punto in cui ci trovavamo ancora io e ******{accusatore ritrattatore} che nel frattempo era ritornato ancora indietro.

A quel punto gli animi si erano già raffreddati. Ci hanno chiesto cosa fosse successo dicendo di essere stati chiamati per una rissa.

Io gli ho detto di aver assistito ad una rissa e che era tutto finito. Loro ci hanno chiesto i documenti e poco dopo se ne sono andati.

Firma: Lorenzo Kalisa Minani

Dopo la dichiarazione decidono una PAUSA e le camere di consiglio e poi riparte l’udienza.

Parte civile {avv. di ******presunta vittima}

INTRODUCE dicendo che nessuno qui deve dubitare la presenza spazio-temporale e i 4 capi saldi:

– partendo dal grave ferimento avvenuto quella sera;

– arrivando al comportamento tenuto da *****{accusatore ritrattatore }…

Prosegue sui verbali e afferma :

1  che ci sono  INQUIETANTI dubbi su teste d’accusa {quella che in parte prima aveva ritrattato il primo verbale sulle minacce ed  a dibattimento ricusò i verbali di denuncia e l’autenticità della sua firma…inquietanti si ma verrebbe da dire sul metodo d’indagine..} e su ******{accusatore -ritrattatore} NON è disposto a credere che la RITRATTAZIONE sia CREDIBILE {avvenuta davant al PM e agenti, con domande a verbale e mentre noi siamo in carcere};

2 sul suo assistito {presunta vittima} afferma che “… è LEALE anche perchè al di là dell’aggressione subita prima non riconosce POI { 2 mesi dopo } si concentra e riconosce i suoi aggressori”;

3 COMPORTAMENTO IN AULA DI UN IMPUTATO: “non credo sia casuale e credibile..” perchè ha argomentato sempre un pò troppo al singolare in un contesto di svariate persone presenti….perchè ha sostenuto che si calma  nel momento dell’arrivo della pattuglia ….non è sostenibile come ha sostenuto la sua difesa che ristabilisce la calma e in quanto “attivista politico” ha pensato di non entrare in certe faccende…l’imputato da versione diversa dal verbale dei CARABINIERI { menzogna spudorata, la versione mia a carte coperte e in custodia cautelare in carcere è uguale alla prima versione dei carabinieri di pattuglia che affermarono che ero lucido, corretto e  che al momento del loro arrivo e a loro richiesta fornivo i documenti e dopo aver chiesto se ci fosse bisogno di restare se ne andarono senza notare nulla di anomalo }

4 il contesto dell’imputato è brutto e difficilmente difendibile in relazione al ******{presunta vittima} sanguinante  { qui si smentisce da solo perchè di sangue neppure *****presunta vittima ne ha mai parlato}

Circa la questione soldi e risarcimenti, al di là dei dettagli il fatto è GRAVE quindi congruo ribadire la richiesta di 100 mila Euro!

Avvocato difesa di  Simone

Preliminarmente, essendo entrato a difesa dopo il primo grado, introduce giustamente l’importanza di 2 elementi:

come metodo…l’ attenersi strettamente alle carte processuali e solo sui FATTI concreti e OGGETTIVI poi il resto.

Ribadisce che per il suo assistito, per un processo di questa mole sia molto particolare il fatto che tutto ruoti su una PRESUNTA frase che avrebbe detto l’imputato …che per di più non è contestualizzata e riportata con la massima confusione e con un’enormità di versioni e ancor più grave interpretazioni svariate. Ne spiega con grande chiarezza l’enormità del “paradosso”.[…]

Argomenta circa le dichiarazioni “accusatorie” di *******{accusatore-ritrattatore} e ********{accusatrice -ritrattatrice } sono IMBARAZZANTI perchè  è tutto ricostruito in maniera inequivocabile…se di minaccia si parla, che senso avrebbe minacciare DOPO la partenza della pattuglia ...perde di per se la valenza nel senso logico ma ancor più nel senso giuridico dell’eventuale presunta minaccia.

Poi ribadisce ” un fatto che mi ha sconcertato tanto, che per altro vale per i 2 imputati[…] Come avvocato ho dovuto leggere e concentrarmi parecchio sui faldoni e carte varie: dall’indagine, alle carte processuali, motivazioni sentenza ecc ma NON HO TROVATO UN PASSAGGIO IN SENTENZA CHE DICA: QUESTA E’ LA PROVA”![…]

Come avv. di difesa, la richiesta è di ASSOLUZIONE TOTALE!

H 14:12

1° Avv. di fiducia Mauro Straini: difesa MINANI {per facilitare la lettura, sia l’arringa dell’ avv. Straini M. che quella  dell’avv. Grenci E. sono riportati in prima persona}

Voglio subito dire 2 cose.

Non è stato un bel processo!

Mi pesa tanto non aver dimostrato l’ innocenza!

MINANI avrebbe avuto milioni di vie alternative. Dico 2 su tutte: scegliere riti diversi. Patteggiamento o rito abbreviato. Qui l’accusa gli ha chiesto risarcimenti di 100 mila euro prima del processo e non mi dilungo qui su ciò che ha dovuto e deve affrontare a livello personale.

E’ stato arrestato a 6 mesi di distanza dall’episodio… lui dice subito al G.I.P., contestando da subito le accuse con una dichiarazione spontanea, che è disposto all’interrogatorio direttamente al PM per rispondere ai gravi addebiti. Fatto rarissimo, lo fece a carte quasi totalmente “coperte” perchè conosceva minimamente gli incartamenti dell’accusa. ( I primissimi atti d’indagine).

Racconta la versione identica nell’interrogatorio e COINCIDE con la dichiarazione spontanea al G.I.P. e ancor di più, con la dichiarazione e versione successiva di *********{accusatore-ritrattatore}, avvenuto proprio qui in Tribunale in qualche aula qui vicino, davanti al PM per 4 ore e all’ insaputa di MINANI perchè era in carcere in quel momento….

INTERCETTAZIONI CONTINUE, interviene l’ “antiterrorismo” a monitorare l’inchiesta, ambientali nelle sale d’attesa nella caserma prima delle deposizioni dei testi della difesa, e-mail e messaggi telefonici, un’infinità di vari soggetti monitorati nel tempo..anche i famigliari… e comprese le conversazioni tra avvocato e imputato ai domiciliari e non esce nulla di accusatorio, non c’è una, dico una prova reale!

POI si sa la difficoltà oggettiva che abbiamo in questi casi, difficile dimostrare qualcosa CHE NON SI E’ FATTO!

Poi si continua a creare “confusioni e suggestioni”…ne cito un ultimo tra tanti: dall’accusa anche oggi è stato detto che il diverbio è stato scaturito dal danneggiamento dei manifesti di “prigionieri politici comunisti”. Giusto e solo per la verità, il manifesto era un cartellone NoTav, per altro, anche il Governo, dopo più di vent’anni ci dice-ammette che il Tav non è più “fondamentale”. {La suggestione è chiara e meschina, una Giudice della Corte ovvero quella della “relazione”, che sembra comunque non cadere nel trappolone del Procuratore Generale, è la figlia del magistrato e docente “Galli”; ucciso alla Statale di Milano da “organizzazioni armate di sinistra”…la suggestione è meschina ma rispoderei alla provocazione che quella non me la possono accollare se almeno la matematica non la decidono LORO….non ero neanche nato all’epoca!}.

Ora comparo ( poi dirò qualcosa sul PM), le VERSIONI del Teste chiave *****{accusatore -ritrattatore}. LETTURA 1a versione e lettura 2a versione…

Potremmo argomentare sul fantomatico “cappellino bianco” che aveva, o meglio non aveva MINANI…ecco non esisteva..ma andiamo avanti.

Poi dopo gli arresti, una SPONTANEA RITRATTAZIONE articolata ecc del teste chiave e nonostante tutto una grossa condanna,” continua gogna mediatica ” e per di più impossibilità  negli anni di lavorare ed è ancora qua, dopo 5 anni, a ribadire l’estraneità: in tre parole UNA VITA ROVINATA!

Poi alcuni testi ( loro, dell’accusa) che realmente diventeranno pure loro a discarico…scagionano gli accusati e diventano testi di difesa nella pratica, altra particolarità e unicità di questo processo: addirittura i testi ribadisco chiamati dall’accusa che alcuni difendono e in più fasi  gli imputati, li scagionano.

Parliamo si di CONDIZIONAMENTI: se ci sono stati sono avvenuti prima degli arresti soprattutto: il teste chiave non forniva la versione d’accusa…bene la festa a febbraio e ad aprile le accuse formali e informali e nel frattempo le “visite” ad alcuni testi dell’accusa…Apprendiamo poi, a dibattimento, che ci sono stati 8 VERBALI ad ****{accusatore-ritrattatore} prima di arrivare all’ARCHITRAVE dell’accusa ( il famigerato 12 aprile). Un’ agente gli inviava anche messaggi al telefono Sono il tuo omonimo di ROMA. { il graduato che scopriremo durante il primo grado, essersi trasferito a Milano per qualche mese precedentemente agli arresti e aver monitorato molto le indagini per poi “sparire“}.

Al processo il PM chiede se si ricorda la descrizione? E non menziona, come per legge avrebbe dovuto fare, la RITRATTAZIONE. Sono dovuto intervenire io alla fine, nella confusione dell’udienza cardine del dibatimento, per menzionarla. Il Giudice anche si straniva, chiede perchè non lo dice…La si veda come la si veda, NON E’ STATO UN BEL PROCESSO!

Poi su *******{presunta vittima} …leggo le pagine dei verbali.non c’è nulla nel 1° verbale, quello a ridosso della festa circa 2 settimane dopo, solo una denucnia contro ignoti e la spiegazione che non riesce a ricordare nulla degli aggressori..forse una maglietta gialla!.

Veniamo alla RITRATTAZIONE: perchè per un’imputato è credibile e l’altro no? La RITRATTAZIONE era ed è su tutti e 2 gli imputati!

Lo ribadisco ancora. Il mio assistito la sera era presente, si certo. Ma non nella rissa!

Poi dopo la rissa, ritorna*****{accusatore-ritrattatore} dopo essersi allontanato dall’amico ovvero la vittima, ritorna indietro minuti dopo senza sapere cosa sia successo!

E prima degli arresti dirà della minaccia e poi ritratta tutto![…..]

Concludo brevemente ma con fermezza: RICHIEDO L’ASSOLUZIONE DA TUTTI I CAPI D’IMPUTAZIONE!

avvocato di fiducia Ettore Grenci: difesa MINANI

Parto subito con una constatazione, siamo accumunati in 2 avvocati da una cosa: “angolo di osservazione esterno al dibattimento di primo grado“…

Dunque 2 questioni IMPOSSIBILITA’ di percepire appieno il 1° grado che però, come abbiamo sentito dall’avvocato che mi ha preceduto, constatiamo tutti che è stato oggettivamente un processo molto intenso sia come emozioni e oggettivamente su alcuni dati che ben si comprende: come ha dimostrato ampiamente appunto il collega che mi ha preceduto. La seconda questione fornisce un VANTAGGIO oggettivo: la “neutralità” rispetto ad alcune vicende ed emozioni.

Io MINANI non lo conoscevo bene quando mi presenta l’incartamento molto carico… Come metodo mi pongo subito la domanda dell’APPROCCIO. Verbali, carte processuali, atti d’indagine, dichiarazioni varie, intercettazioni massicce e continue ecc. Decido di concentrarmi sulle motivazioni di sentenza ma parto sempre dai verbali e atti.

Ho letto, studiato e ri approfondito ed a un certo punto mi chiedevo perchè fare l’appello e cosa fosse venuto a fare perchè lo dico davvero: NON MI SPIEGAVO COME FOSSE POSSIBILE UNA CONDANNA DI 1° GRADO.

Nessuno di noi può negare un fatto centrale: qui Signori mancano le prove o almeno LA PROVA, non c’è!

Nessun risultato nonostante MASSICCE INTERCETTAZIONI!

Non mi ripeto su ******{accusatore -ritrattatore}.

Ma vorrei parlare un pò di *****{presunta-vittima}. Perchè ha subito un grave evento e non denuncia?

Quali erano le condizioni di*******{ presunta vittima}? Era sicuramente brillo etc ma come descrive l’azione ai suoi danni? PRIMA QUERELA

1° dice “la faccia me la coprivo” {l’avvocato mima il gesto}, come è normale in questi casi, “pochi secondi..” e che si copre il volto per paura..e non vede nulla.

dicedei miei aggressori non sarei in grado di riconoscere nessuno“…”forse uno con una maglietta gialla con cui ho avuto una discussione inizialeche sappiamo non essere nessuno dei 2 imputati tra l’altro.  Un PO’ POCO Signori [….]

Prima che gli fossero mostrate le foto per eventuali riconoscimenti gli viene chiesto se sarebbe in grado di riconoscere qualcuno…Anche dopo stesso risultato…..Attenzione la RISPOSTA: No!

Al dibattimento e prima dirà “stato confusionale“…”botte subite…”…”birre bevute“…Poi attenzione, con il passare del tempo il suo quadro si ARRICCHISCE…il tempo fa EMERGERE UN PO’ di DATI[…]

Su *****{ ex amico che era con lui al momento della rissa e mai accusa-riconosce gli imputati} nulla…Nei verbali precedenti agli arresti e neppure a dibattimento, trovandosi anche lui di fronte gli imputati in aula nulla! E mai preso in considerazione, mi chiedo e vorrei fare a voi una semplice domanda: perchè?

Ma torniamo su *****{ presunta vittima} che nel tempo aggiunge un dato importante su un presunto aggressore: ci dice “era di colore”…

Prima immagino glie lo abbiano chiesto…dico IMMAGINO perchè mancano le domande nei verbali iniziali…

Attenzione, a dibattimento, l’avvocato M. Straini di difesa di MINANI lo richiede espressamente più volte…quali dati di riconoscimento fisici principali ricorda……Ma lui ******{ presunta vittima} non lo dice,continua ad omettere il dato del colore della pelle. La Giudice si SCIOCCA letteralmente, si arrabbia nei confronti di *****{presunta -vittima}.

Poi il “teatrino” perchè mi si deve far passare questo termine, della testimonianza del teste chiave ********{accusatore- ritrattatore}.

Perchè su **** {accusatore-ritrattatore} attenzione il 12 aprile ovvero l’ARCHITRAVE dell’inchiesta dirà “spingeva fuori…sebbene non ricordo bene se colpisse materialmente”…anche li niente domande a verbale!

Ora pur volendo, per un attimo provare a pensare su questo paventato spingimento dell’imputato…ma qual’è il fatto? Spingimento che cosa vuol dire? Ma qual’è allora l’IMPUTAZIONE per MINANI!?! Eventualmente spingere?

Il ricordo della “persona di colore” per il “teste chiave” è senza dubbio legato al 2° momento , quando appunto ******{accusatore-ritrattatore} torna indietro e si, diciamo, confonde tra i 2 momenti. Lo ha ribadito 7 volte al processo*******{accusatore-ritrattatore}. E ancor prima nella RITRATTAZIONE. MA perchè si è rivolto a questa persona?….forse perchè era il più tranquillo e distaccato rispetto a tutti che urlavano contro a questi personaggi che dopo la rissa tornano incautamente indietro.

Se vogliamo fare una proporzione, anche ammettendo la versione del 12 aprile, siamo 2 a 3 con le versioni ufficiali dei verbali. 2 verbali a discarico e 1 d’accusa e stiamo perlando del “teste chiave”.

Poi circa la sera…continuiamo con “poverino” su *****{accusatore ritrattatore}. …Ancora la pattuglia arrivata minuti dopo ci dirà di “tono arrogante” e qui si continua con “poverino”…torna indietro dopo una rissa e “poverino”…rischia di fomentare gli animi anche quando è tutto finito e “poverino”…dico BASTA con “poverino” su *****{accusatore-ritrattatore}.

Concludo, MINANI a differenza di quello che dice la Parte Civile, ha mantenuto una SOLA PAROLA dal momento della sua drammatica vicenda che parte dall’arresto!

Nonostante la Parte Civile, continui a screditarlo e in vari modi, SOLO perchè non ha fatto nomi, possiamo affermare che nella districata vicenda ha mantenuto sempre una sola parola e senza rischi di serie smentite sulla logicità dei fatti, affermo che si è anche reso disponibile ai difficili e pesanti interrogatori dimostrando sempre con linearità, coerenza e massima lucidità la sua estraneità. Non esiste nel codice penale un concetto che equipari il NON FARE DELAZIONE ALLA COLPEVOLEZZA!

Formulo richiesta di ASSOLUZIONE PER TUTTI I CAPI DI IMPUTAZIONE PER IL MIO ASSISTITO!

H 16:15 La Corte del Tribunale CONFERMA LA SENTENZA DI CONDANNA DEL 1° GRADO E RICHIEDE 2  MILA EURO DI SPESE IMMEDIATE PER L’APPELLO E 28 MILA EURO PER I RISARCIMENTI ALLA PARTE CIVILE

La “sintesi” della giornata e della vergognosa sentenza del 2° grado della 3 sezione d’appello è tutta qua.

(Lollo)

mail riferimento blog: lollone@logorroici.org

pre – sentenza d’appello

Dopo più di 5 anni dagli arresti e per i tanti rinvii del tribunale, e’ stata fissata la data dell’appello per il 16 MAGGIO alle ore 9:15 al Tribunale di Milano c/o la terza sezione penale.

Il così detto “processo a Lollo e Simo” come sempre detto parte da un’inchiesta , tutta politica con processo straordinariamente tecnico!

L’udienza sarà quasi certamente “secca”: parlano le accuse , parlano le difese e se ci sarà “spazio” parlerò io con una breve dichiarazione: sentenza prevista in giornata ..a meno di altri numeri che si inventino..la base degli appelli e delle mie richieste  ( da più di due anni hanno finito il primo grado di dibattimento) resta invariata data la  vergognosa sentenza emessa compresi i risarcimenti che mi hanno richiesto( che chiaramente non intendo sborsare data la mia  totale estraneità ai fatti imputatiimi ) tra l’altro appurata anche in base ai codici penali. Dunque assoluzione totale per entrambi e -o rifacimento/ annullamento della farsa del primo grado e delle irregolarità formali e informali di processo e delle indagini.

Sbugiardare l’accusa ancora oggi è fondamentale ma spostare la “bussola” sull’attenzione giuridica non basta e pubblicamente per chi ne ha interesse ( visto che finora non ho avuto riscontro di incontri pubblici a Milano nonostante le mie svariate richieste) c’è un blog pubblico sull’inchiesta e processo, di cui personalmente mi assumo la più totale responsabilità.

Qui l’ultimo aggiornamento -comunicato , si trova anch’esso sul blog. RISS noblogs link https://riss.noblogs.org/ …gli obiettivi sono parecchi, ma il principio di base rimane semplice: a chiunque mi attacca, e in qualunque modo, io non sto zitto e mi difendo!

.Sempre a testa alta

Lollo

13/05/2018

Denuncie-querele giornali

“Il Corriere della Sera”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

]…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Corriere della Sera” nella sezione “cronache” alle pag 18 e 19 ha pubblicato un’articolo, firmato dai giornalisti Focarete Michele e Galli Andrea, dal titolo:

“Il caso. Il pestaggio a febbraio. Scrive sul manifesto dei prigionieri politici e scatta la violenza. Calci in testa per un disegno, la follia e i silenzi alla Statale. Studente sfigurato durante un’ occupazione. Due arresti”.

Lo scrivente vuole da subito precisare che i fatti accaduti non devono inquadrarsi in una “occupazione”, bensì in una festa: una situazione ben diversa, ma che così rappresentata e descritta trae sicuramente il lettore in inganno.

Nel proseguo dell’articolo lo scrivente viene rappresentato come quello che mena le mani spesso”. Quanto affermato è falso. E’ privo di ogni fondamento. E’ offensivo. Non solo. “la testa un pò sulle nuvole”. Nuovamente viene utilizzato in tono denigratorio e offensivo. Ma ancora “le panchine della Questura: quanti precedenti per Minani“. Allusioni, alla personalità e allo stile di vita dello scrivente, che non solo sono prive di ogni fondamento, ma anche offensive. Prima di questo episodio, ero stato sottoposto a custodia cautelare in una sola occasione, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e, a oggi, non sono mai stato condannato con sentenza passata in giudicato.

Quanto alla descrizione dei fatti di quella sera e delle condizioni di salute del sig ***** sono necessarie alcune precisazioni, dal momento che l’articolo riporta solo una verità parziale. ” Prima calci e pugni. Cado. Mi proteggo, mi copro il viso. E sulla mia testa, sul petto, sulla pancia, vedo volare scarponi. Non si fermavano più, una settantina di giorni di prognosi“. Quanto riportato nell’articolo addirittura virgolettato, non corrisponde a verità. O meglio, non corrisponde a quanto riferito dal sig.*******{presunta vittima} nel verbale di ricezione denuncia/querela del 27/ febbraio 2013 (“venivo colpito più volte, in particolare dopo un pugno cadevo a terra intontito, venivo trascinato all’esterno, e nuovamente percosso, facevo per rialzarmi e venivo colpito più volte anche da alcuni calci”) e nel verbale di sommarie informazioni redatto il 10 aprile 2013 (“mentre cadevo per terra,  gli stessi continuavano a picchiarmi con calci e pugni”).

Gli autori proseguono nella loro ricostruzione dei fatti sostenendo che il sig.****** “rimase a terra un’ora e mezza. Ciò non è vero: è lo stesso sig ******a riferire “poco dopo mi rialzavo”. Non solo, gli autori scrivono che al sig.***** venne urlato “allora non sei un comunista!”. Circostanza, questa, mai emersa dalle dichiarazioni rese dal sig.*****, ma che certamente “getta” lo scrivente { e-o chichessia } sotto una “cattiva luce” etichettandolo in modo dispergiativo { l’appellativo usato in termini di negazione unita la sillogismo – non comunista quindi da picchiare.. circostanza infondata e addirittura virgolettata, oltre che totalmente falsa non è neppure mai emersa da nessuno dei denucnianti in nessun verbale}. Ancora, “pensavo di essere morto“. Quanto riferito dal sig. ****** è ben diverso: è lui stesso a riferire “ho simulato di cadere a terra incosciente”.

Quanto alla carrierea universitaria dello scrivente, nell’articolo si evince che risulta iscritto da eterno fuoricorso a Scienze Politiche”. Quanto detto non corrisponde al vero. Lo scrivente, dopo aver conseguito la laurea triennale presso l’Università degli Studi di Milano{ 2009}, non è più iscritto presso alcuna facoltà universitaria.

Inoltre l‘articolo era corredato da alcune vignette disegnate in cui sono rappresentate due persone che infieriscono su un ragazzo riverso a terra in una macchia di sangue: il lettore è quindi indotto a credere che le due persone arrestate di cui si parla nell’articolo siano accusate di aver materialmente agito colpendo il ragazzo, già privo di sensi, per terra. Si tratta di una ricostruzione non solo non veritiera, ma neppure fondata sulle dichiarazioni accusatorie rese nei miei confronti: nessuno mi ha mai indicato come esecutore materiale di quella fase del fatto. { Suggestione e falso inventato dai giornalisti “macchia di sangue” mai emersa dai verbali pronto soccorso e neppure dalle denucnie }.

3. L’articolo è apertamente denigratorio[…].

laciando ampio spazio ad allusioni e sulla mia personalità e la mia situazione con la giustizia, non veritiere.[…] ingerendo nei lettori una scorretta e disinformata opinione sulla mia persona; effetto amplificato dalla diffusione che ha avuto la notizia.

Chiedo pertanto che si proceda nei confronti degli autori dell’articolo, i sig Michele Focarete e Andrea Galli, giornalisti del quotidiano “Il Corriere della Sera” e nei confronti del direttore responsabile Ferruccio De Bortoli, per il reato di cui all’art 595 co. c.p.

 

“Il giornale”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

]…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Giornale” nella sezione “milano Cronaca” a pag 3 ha pubblicato un articolo, firmato Enrico Silvestri, dal titolo: “Università violenta. La zona franca dei centri sociali. Pestaggio in Statale: due arresti. Uno dei due antagonisti già fermato per attentati alla TAV. La vittima resterà sfigurata e con danni celebrali.

Lo scrivente, nel contesto del “movimento No Tav”, non risulta, per quanto a propria conoscenza, assolutamente imputato per un reato di “attentato”, bensì per “resistenza a pubblico ufficiale”: si tratta di imputazioni ben diverse.

Quanto poi alla condizione del sig.****** è necessaria una precisazione, dacchè non solo nel titolo, ma anche nell’articolo si ribadisce che il sig. *******”resterà con danni celebrali”. Come da verbale di sommarie informazioni rese dal sig.*****in data 28 giugno2013[….] alla seconda domanda la risposta è no.[….]Da tali affermazioni non si evince di certo, nè vi è alcun referto medico attestante a ciò, che il sig.******* ha subito o subirà “danni celebrali”.

Si è voluto enfatizzare i fatti utilizzando termini altisonanti, trascurando però la realtà delle cose.

Nella ricostruzione degli accadimenti di quella sera ci si discosta dalla realtà dei fatti ricostruita dallo stesso sig.*****. Stesso intento di cui prima. Enfatizzare l’accaduto. “Lo buttano in strada come un sacco di rifiuti”. Il sig.******* riferisce, come da verbale di denuncia/querela, “venivo trascinato all’esterno”. Non ci si capacita nè del paragone col sacco dei rifiuti, nè della ricostruzione.

Ricostruzione, acnora una volta poco veritiera, e di certo volta a mettere sotto una “cattiva luce” lo scrivente, descritto come “vile”, bestia e omicida, riferendosi alle modalità del “pestaggio”. Aggettivi questi sicuramente denigratori della persona dello scrivente.

Sempre in merito alla ricostruzione dei fatti, l’autore scrive: “quando i”compagni” finiscono il loro “lavoretto” si accorgono che respira a fatica, lo prendono di peso e lo sbattono in strada”. Ciò non è assolutamente vero {per chichessia}.

[…]Lo stesso { *******presunta vittima nei verbali di denuncia contro ignoti } ribadisce di essere stato “trasportato” all’esterno dell’edificio universitario. Non è vero nemmeno il particolare “respira poco”. E’ lo stesso sig.******* a dirlo nel verbale di denuncia/querela[…] “….li sentivo allontanarsi. Poco dopo mi rialzavo ed in quell’occasione mi ritrovavo a fianco il mio coinquilino, col quale facevo rientro nell’alloggio”. Nulla dice circa le sue condizioni repiratorie nè in quell’occasione nè mai oltre.

Proseguendo nella lettura dell’articolo, l’autore non manca di “trattare” della situazione penale dello scrivente. lo scrivente viene definito come “più volte denunciato e arrestato per fatti di piazza”.Non solo, pronotosegue definendomi “personaggio ultra (…) con una sfilza di reati da piazza lunga un chilometro”. Prima di questo episodio, sono stato sottoposto a custodia cautelare un sola occasione, con l’accusa di resistenza a pbblico ufficiale e, ad oggi, non sono mai stato condannato con sentenza passata in giudicato.

3.L’articolo è apertamente denigratorio, diffamatorio[…] ingerendo nei lettori una scorretta e disinformata opinione sulla mia persona[…]

“Il giornale”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

]…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Giornale” nella sezione[…] giornalista Enrico Silvestri, dal titolo “la sinistra difese i condannati, il sindaco di milano offre solidarietà alla vittima. Torna la violenza studentesca: arrestati due autonomi. Due antagonisti in cella per aver masssacrato di botte un ragazzo che rischia la paralisi”.

E’ da subito necessaria una precisazione, dal momento che, non solo nel titolo (“rischia la paralisi), ma anche nell‘articolo, si ribadisce che il sig.*****”riporterà danni fisici e celebrali permanenti, con probabili paralisi”. Come da verbale di sommarie informazioni rese dal sig. ******* { presunta-vittima }in data 28 giugno 2013 ,alla domanda “attualmente soffre di sisturbi/problemi dericati dalle lesioni e dai postumi[…]” la risposta è “no“. [….].

3. L’articolo è apertamente denigratorio , diffamatorio[…] ampio spazio ad allusioni sulla mia personalità[..]non veritiere.[…]effetto amplificato dalla diffusione che ha avuto notizia.

Chiedo pertanto che si proceda nei confronti dell’autore dell’articolo, il signor Enrico Silvestri giornalista del quotidiano “Il giornale” e del direttore rresponsabile Alessandro Sallusti per il reato di cui  all’art 595 co. 3c.p.

“Il giorno”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

[…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Giorno” […] firmato da Tino Fiammetta, dal titolo Pestaggio alla Statale: prima svolta nelle indagini. Arrestati due picchiatori. Milano, sono entrabmi studenti. Uno è dei “NoTav” “.

L’autore, dopo aver utilizzato il termine “studente” nel titolo, ribadisce tale condizione, decrivendo lo scrivente come “studente universitario fuori corso“. Ciò rnon è vero. Lo scrivente, dopo aver conseguito la laurea triennale presso l’Università degli Studi di Milano { 2009} , non è più iscritto presso alcuna facoltà.[…]

Proseguendo nella lettura, l’autore, riferendo lo svolgimento dei fatti scrive che “per oltre trenta minuti, quel corpo rimane immobile nel cortile, mentre una chiazza di sangue si allarga vicino alla testa. Poi due amici lo rianimano e a spalla lo portano fuori”. Tale ricostruzione non è assolutamente veritiera, e ciò lo si evince dal verbale di denunicia/querela sporta al sig.***** che ricostruisce i fatti di quella notte in questi termini ” (….) li sentivo allontanarsi. Poco dopo mi rialzavo ed in quell’occasione mi ritrovavo a fianco il mio coinquilino, col quale facevo rientro all’alloggio”. Versione dei fatti ribadita e confermata dall’amico{ex amico cheera con lui al momento della rissa e mai ci accusa} del sig. ******, nel verbale di sommarie informazioni rese dallo stesso in data 10 aprile 2013.[…]

3.L’articolo è apertamente denigratorio, diffamatorio[…].

Si tratta di una notizia che solo in parte descrive il vero, laciando spazio ad allusioni sulla mia personalità[…] effetto amplificato dalla diffusione che ha avuto la notizia.

Chiedo pertando che si proceda nei confronti dell’autore dell’articolo, Tino Fiammetta, giornalista del queotidiano “Il Giorno” e il direttore reposnsabile Giancarlo Mazzuca per il reato di cui all’art 595 co. 3 c.p.

 

RICHIESTA DI CONDANNE E RISARCIMENTI: PM e parte civile

Il Pm e la parte civile hanno insistito affermando la fondatezza dell’accusa ricostruendo la vicenda quasi come se il processo non ci fosse stato!

Senza considerare il punto essenziale, cioè che la vittima non ha riconosciuto il volto di alcuno degli aggressori. Messo di fronte agli album fotografici non ha riconosciuto nessuno in cui c’erano le foto nostre e soltanto in aula, dopo aver richiesto più di 100 mila euro di risarcimento, ha indicato ma con dubbi e senza certezza l’imputato ( Lollo, il solo tra i due imputati su cui gravano le pesanti accuse di lesioni gravissime ecc…) come rassomigliante alla figura di uno dei presunti aggressori. E senza considerare che questa incerta testimonianza proviene da una persona che, per sua ammissione a causa dei colpi ricevuti e l’alcool bevuto, quella sera si trovava in uno stato di forte shock che gli aveva impedito di fissare nella memoria gli aggressori. Neppure è stato considerato che, l’unica persona che sembrava in un primo momento aver indicato gli imputati come partecipanti alla rissa, abbia successivamente e in più occasioni chiarito di non aver assolutamente mai visto gli imputati come coinvolti o partecipanti all’aggressione. Questo è tutto quello che l’accusa è riuscita a provare dopo aver ascoltato decine di testimoni, intercettato centinaia di dialoghi telefonici, e-mail e conversazioni ambientali.

Nel quadro finale richiede che vengano escluse le attenuanti generiche per nostra non resipiscenza, affermando che non avremmo neppure accennato a mostrare dispiacere per la povera vittima, atteggiamento aggravato dalla non collaborazione data alla Corte nella ricerca degli altri “colpevoli”.

Dunque 1 anno per Simo , 3 anni e 3 mesi per Lollo e 134mila euro di risarcimenti per la vittima.

La richiesta è altissima per Simo ( dato il piccolo capo d’imputazione rimasto) al di là delle “belle parole del PM” e paradossalmente, bassa per Lollo date le pesantissime imputazioni rimaste in piedi: per evitare ogni fraintendimento, anche un solo giorno, per quanto ci riguarda, è troppo!

Sentenza MERCOLEDI’ 21 OTTOBRE ORE 9:30

 Lollo e Simo

assemblea sui nostri arresti in Panetteria occupata

 

  1. un paio di interventi su eventuali “pseudo rivendicazioni e assunzioni” della rissa (che fanno giustamente innervosire non poco  la Panetteria occupata tutta, nonché il sottoscritto visto che inoltre pesano 12 anni di pena massima) sui fatti addebitatici;
  2. l’eventualità (sicuramente non all’unanimità ma la posizione esternata è quella)  di consigliare e-o considerare seriamente il patteggiamento (cosa da noi mai presa in considerazione, e mai da fare in questi casi dato che ne saremmo “usciti rovinati e con davvero anni e anni di condanna”, nonché motivo di forte preoccupazione per tanti compagni e compagne dato che per settimane e mesi  veniva lasciato aleggiare il dubbio pur di non rimangiarsi le improbabili castronerie arrivando a esternare la menzogna della presunta “nostra” poca chiarezza: falso!, cosa protratta per mesi e mesi con un (ossessivo) ..”possono fare come vogliono ma volendo si può anche patteggiare”  oppure (scaricandola su di noi che ignari non potevamo neppure rispondere ) un “non sono stati chiari”, negando spudoratamente che era un ipotesi, per fortuna, mai presa in considerazione da nessuno dei diretti interessati.. ribadisco falso, oltre che meschino! “indicazioni processuali” totalmente irresponsabili e deliranti della Panetteria occupata;
  3. volontà di non prendere una posizione ( lasciando nel tempo sempre più spazio a suggestioni, confusioni e falsità, calunnie comprese! Vabbene il “pluralismo” ma a tutto c’è un limite) esternazione di una linea fatalista volta ad un protezionismo ultra settario, sbagliato sebbene inizialmente comprensibile, in apparenza verso di noi e soprattutto verso la Panetteria occupata stessa che da subito ha abbracciato, chi parzialmente , chi totalmente e ancor più nel tempo le tesi vergognose dell’accusa senza mai fare una seria autocritica ( doverosa ma che comunque non mi sarei aspettato) ma nemmeno una banale riflessione collettiva circa le cantontate prese con il metodo di confusioni e-o evitare confronti e lasciare che il tempo magari “aggiusti le cose da sole” creando infine,” con il metodo scarica barile, un clima perverso e torbido solo utile alla Procura;
  4. totale scavalcamento di interventi di compagni e compagne ( esterni a questo becerume ) con portati esperienziali forti che ribadiscono la sana e basilare idea dell’inutilità di parlare di processi ( per altro, chi ne parlava, senza avere nemmeno un’idea di cosa siano i processi ) a meno di 24 ore dagli arresti, l’importanza di non dividersi (almeno dall’inizio) e infine di mantenere la calma: indicazioni condivise dal sottoscritto e portate a fondo nei fatti: purtroppo rimaste inascoltate dai più e collettivamente dalla Panetteria occupata che ha agito, e continuato a fare, all’esatto opposto!

Scritto per iniziativa Lollo e Simo

PROPOSTA INIZIATIVA PER INCHIESTA ARRESTI SIMO E LOLLO

 

Ciao,

abbiamo ragionato su un paio di proposte per un eventuale iniziativa allargata da tenersi  al *********..

La prima sarebbe di fare un’iniziativa  a giugno.  Noi la vediamo così ripartita : introduzione vostra ( se lo riterrete opportuno ) e nostra di cos’è stata l’inchiesta e aggiornamenti. Se possibile per tempistiche e impegni dei nostri avvocati pensiamo di dare loro uno spazio per qualche chiarificazione giuridica e infine un piccolo dibattito e-o risposte a curiosità. Dopodichè buffet-musica e momento di festa per raccolta fondi.

Una seconda ipotesi sarebbe di fare la stessa iniziativa più avanti,a questo punto a ridosso della data di apertura del processo ( ancora non fissata, neanche in fase preliminare ). In questo caso pensiamo di farla in maniera più calibrata, sempre strutturata allo stesso modo, ma chiaramente più approfondita tanto che oltre all’introduzione nostra e  vostra pensiamo di ripercorrere meglio le varie tappe compresa  “l’impostazione processuale” e varie analisi. In questo caso con la presenza certa dei nostri avvocati  ci si dilungherebbe tutti non solo negli aggiornamenti ma anche nelle varie vicende. Il tutto cercando di trarre come sempre spunti positivi. Con spazio sempre per buffet-musica e altro per raccolta fondi.

Sia in un caso che nell’altro mandiamo di seguito qualche riga più specifica di come intendiamo si svolga l’iniziativa:

  • Eventuale introduzione vostra o di altri compagni-e.

 

  • Introduzione e aggiornamenti nostri su vari passaggi: arresti,  mesi precedenti a questi, campagna mediatica di criminalizzazione, conduzione delle indagini, nostra impostazione processuale, stato attuale delle cose comprese stranezze e varie “ montature “ d’indagine.

 

  • Infine ci piacerebbe argomentare tanto sulla forte ed estesa solidarietà espressaci quanto su alcune difficoltà e smarrimenti oggettivi vari.

 

Questo è quanto abbiamo pensato ma chiaramente ci piacerebbe consultarci e confrontarci con voi   anche per stabilire meglio le date eventuali di tale inziativa.

 

Saluti

 

Lollo e Simo