Denuncie-querele giornali

“Il Corriere della Sera”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

]…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Corriere della Sera” nella sezione “cronache” alle pag 18 e 19 ha pubblicato un’articolo, firmato dai giornalisti Focarete Michele e Galli Andrea, dal titolo:

“Il caso. Il pestaggio a febbraio. Scrive sul manifesto dei prigionieri politici e scatta la violenza. Calci in testa per un disegno, la follia e i silenzi alla Statale. Studente sfigurato durante un’ occupazione. Due arresti”.

Lo scrivente vuole da subito precisare che i fatti accaduti non devono inquadrarsi in una “occupazione”, bensì in una festa: una situazione ben diversa, ma che così rappresentata e descritta trae sicuramente il lettore in inganno.

Nel proseguo dell’articolo lo scrivente viene rappresentato come quello che mena le mani spesso”. Quanto affermato è falso. E’ privo di ogni fondamento. E’ offensivo. Non solo. “la testa un pò sulle nuvole”. Nuovamente viene utilizzato in tono denigratorio e offensivo. Ma ancora “le panchine della Questura: quanti precedenti per Minani“. Allusioni, alla personalità e allo stile di vita dello scrivente, che non solo sono prive di ogni fondamento, ma anche offensive. Prima di questo episodio, ero stato sottoposto a custodia cautelare in una sola occasione, con l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e, a oggi, non sono mai stato condannato con sentenza passata in giudicato.

Quanto alla descrizione dei fatti di quella sera e delle condizioni di salute del sig ***** sono necessarie alcune precisazioni, dal momento che l’articolo riporta solo una verità parziale. ” Prima calci e pugni. Cado. Mi proteggo, mi copro il viso. E sulla mia testa, sul petto, sulla pancia, vedo volare scarponi. Non si fermavano più, una settantina di giorni di prognosi“. Quanto riportato nell’articolo addirittura virgolettato, non corrisponde a verità. O meglio, non corrisponde a quanto riferito dal sig.*******{presunta vittima} nel verbale di ricezione denuncia/querela del 27/ febbraio 2013 (“venivo colpito più volte, in particolare dopo un pugno cadevo a terra intontito, venivo trascinato all’esterno, e nuovamente percosso, facevo per rialzarmi e venivo colpito più volte anche da alcuni calci”) e nel verbale di sommarie informazioni redatto il 10 aprile 2013 (“mentre cadevo per terra,  gli stessi continuavano a picchiarmi con calci e pugni”).

Gli autori proseguono nella loro ricostruzione dei fatti sostenendo che il sig.****** “rimase a terra un’ora e mezza. Ciò non è vero: è lo stesso sig ******a riferire “poco dopo mi rialzavo”. Non solo, gli autori scrivono che al sig.***** venne urlato “allora non sei un comunista!”. Circostanza, questa, mai emersa dalle dichiarazioni rese dal sig.*****, ma che certamente “getta” lo scrivente { e-o chichessia } sotto una “cattiva luce” etichettandolo in modo dispergiativo { l’appellativo usato in termini di negazione unita la sillogismo – non comunista quindi da picchiare.. circostanza infondata e addirittura virgolettata, oltre che totalmente falsa non è neppure mai emersa da nessuno dei denucnianti in nessun verbale}. Ancora, “pensavo di essere morto“. Quanto riferito dal sig. ****** è ben diverso: è lui stesso a riferire “ho simulato di cadere a terra incosciente”.

Quanto alla carrierea universitaria dello scrivente, nell’articolo si evince che risulta iscritto da eterno fuoricorso a Scienze Politiche”. Quanto detto non corrisponde al vero. Lo scrivente, dopo aver conseguito la laurea triennale presso l’Università degli Studi di Milano{ 2009}, non è più iscritto presso alcuna facoltà universitaria.

Inoltre l‘articolo era corredato da alcune vignette disegnate in cui sono rappresentate due persone che infieriscono su un ragazzo riverso a terra in una macchia di sangue: il lettore è quindi indotto a credere che le due persone arrestate di cui si parla nell’articolo siano accusate di aver materialmente agito colpendo il ragazzo, già privo di sensi, per terra. Si tratta di una ricostruzione non solo non veritiera, ma neppure fondata sulle dichiarazioni accusatorie rese nei miei confronti: nessuno mi ha mai indicato come esecutore materiale di quella fase del fatto. { Suggestione e falso inventato dai giornalisti “macchia di sangue” mai emersa dai verbali pronto soccorso e neppure dalle denucnie }.

3. L’articolo è apertamente denigratorio[…].

laciando ampio spazio ad allusioni e sulla mia personalità e la mia situazione con la giustizia, non veritiere.[…] ingerendo nei lettori una scorretta e disinformata opinione sulla mia persona; effetto amplificato dalla diffusione che ha avuto la notizia.

Chiedo pertanto che si proceda nei confronti degli autori dell’articolo, i sig Michele Focarete e Andrea Galli, giornalisti del quotidiano “Il Corriere della Sera” e nei confronti del direttore responsabile Ferruccio De Bortoli, per il reato di cui all’art 595 co. c.p.

 

“Il giornale”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

]…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Giornale” nella sezione “milano Cronaca” a pag 3 ha pubblicato un articolo, firmato Enrico Silvestri, dal titolo: “Università violenta. La zona franca dei centri sociali. Pestaggio in Statale: due arresti. Uno dei due antagonisti già fermato per attentati alla TAV. La vittima resterà sfigurata e con danni celebrali.

Lo scrivente, nel contesto del “movimento No Tav”, non risulta, per quanto a propria conoscenza, assolutamente imputato per un reato di “attentato”, bensì per “resistenza a pubblico ufficiale”: si tratta di imputazioni ben diverse.

Quanto poi alla condizione del sig.****** è necessaria una precisazione, dacchè non solo nel titolo, ma anche nell’articolo si ribadisce che il sig. *******”resterà con danni celebrali”. Come da verbale di sommarie informazioni rese dal sig.*****in data 28 giugno2013[….] alla seconda domanda la risposta è no.[….]Da tali affermazioni non si evince di certo, nè vi è alcun referto medico attestante a ciò, che il sig.******* ha subito o subirà “danni celebrali”.

Si è voluto enfatizzare i fatti utilizzando termini altisonanti, trascurando però la realtà delle cose.

Nella ricostruzione degli accadimenti di quella sera ci si discosta dalla realtà dei fatti ricostruita dallo stesso sig.*****. Stesso intento di cui prima. Enfatizzare l’accaduto. “Lo buttano in strada come un sacco di rifiuti”. Il sig.******* riferisce, come da verbale di denuncia/querela, “venivo trascinato all’esterno”. Non ci si capacita nè del paragone col sacco dei rifiuti, nè della ricostruzione.

Ricostruzione, acnora una volta poco veritiera, e di certo volta a mettere sotto una “cattiva luce” lo scrivente, descritto come “vile”, bestia e omicida, riferendosi alle modalità del “pestaggio”. Aggettivi questi sicuramente denigratori della persona dello scrivente.

Sempre in merito alla ricostruzione dei fatti, l’autore scrive: “quando i”compagni” finiscono il loro “lavoretto” si accorgono che respira a fatica, lo prendono di peso e lo sbattono in strada”. Ciò non è assolutamente vero {per chichessia}.

[…]Lo stesso { *******presunta vittima nei verbali di denuncia contro ignoti } ribadisce di essere stato “trasportato” all’esterno dell’edificio universitario. Non è vero nemmeno il particolare “respira poco”. E’ lo stesso sig.******* a dirlo nel verbale di denuncia/querela[…] “….li sentivo allontanarsi. Poco dopo mi rialzavo ed in quell’occasione mi ritrovavo a fianco il mio coinquilino, col quale facevo rientro nell’alloggio”. Nulla dice circa le sue condizioni repiratorie nè in quell’occasione nè mai oltre.

Proseguendo nella lettura dell’articolo, l’autore non manca di “trattare” della situazione penale dello scrivente. lo scrivente viene definito come “più volte denunciato e arrestato per fatti di piazza”.Non solo, pronotosegue definendomi “personaggio ultra (…) con una sfilza di reati da piazza lunga un chilometro”. Prima di questo episodio, sono stato sottoposto a custodia cautelare un sola occasione, con l’accusa di resistenza a pbblico ufficiale e, ad oggi, non sono mai stato condannato con sentenza passata in giudicato.

3.L’articolo è apertamente denigratorio, diffamatorio[…] ingerendo nei lettori una scorretta e disinformata opinione sulla mia persona[…]

“Il giornale”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

]…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Giornale” nella sezione[…] giornalista Enrico Silvestri, dal titolo “la sinistra difese i condannati, il sindaco di milano offre solidarietà alla vittima. Torna la violenza studentesca: arrestati due autonomi. Due antagonisti in cella per aver masssacrato di botte un ragazzo che rischia la paralisi”.

E’ da subito necessaria una precisazione, dal momento che, non solo nel titolo (“rischia la paralisi), ma anche nell‘articolo, si ribadisce che il sig.*****”riporterà danni fisici e celebrali permanenti, con probabili paralisi”. Come da verbale di sommarie informazioni rese dal sig. ******* { presunta-vittima }in data 28 giugno 2013 ,alla domanda “attualmente soffre di sisturbi/problemi dericati dalle lesioni e dai postumi[…]” la risposta è “no“. [….].

3. L’articolo è apertamente denigratorio , diffamatorio[…] ampio spazio ad allusioni sulla mia personalità[..]non veritiere.[…]effetto amplificato dalla diffusione che ha avuto notizia.

Chiedo pertanto che si proceda nei confronti dell’autore dell’articolo, il signor Enrico Silvestri giornalista del quotidiano “Il giornale” e del direttore rresponsabile Alessandro Sallusti per il reato di cui  all’art 595 co. 3c.p.

“Il giorno”

PROCURA DELLA REPUBBLICA- MILANO

Denucnia e querela contro persona nota

Io sottoscritto Lorenzo Kalisa MINANI, nato a Milano il 15.06.1983,espongo quanto segue.

1. La notte tra il 14 e il 15 febbraio del 2013, intorno all’una presso l’Università degli Studi di Milano[..] dove si stava svolgendo una festa, ormai giunta al termine, scoppiava una rissa, che coinvolgeva alcune decine di persone.

Poco dopo, sopraggiungeva una pattuglia dei carabinieri che chiedeva spiegazioni allo scrivente ed altri ragazzi presenti sul posto. Venivo identificato.

Dodici giorni dopo, il 27 febbraio, il sig ******{presunta vittima} sporgeva denuncia/querela contro ignoti per il “pestaggio”di cui sopra. Successivamente, nell‘aprile e nel giugno del 2013 il sig.*****{presunta vittima} ed altri testimoni venivano sentiti dalla polizia giudiziaria.

Nello sviluppo dell’indagine, il 4 settembre 2013, venivo sottoposto a custodia cautelare in carcere e condotto presso la casa circondariale di San Vittore.

La vicenda aveva un forte impatto mediatico.

[…]a seguito della sostituzione della misura cautelare con gli arresti domiciliari […] potevo leggere i vari articoli di giornale che avevano trattato la vicenda e che erano stati raccolti e conservati dalla mia famiglia.

2. In data 5 settembre 2013 il quotidiano “Il Giorno” […] firmato da Tino Fiammetta, dal titolo Pestaggio alla Statale: prima svolta nelle indagini. Arrestati due picchiatori. Milano, sono entrabmi studenti. Uno è dei “NoTav” “.

L’autore, dopo aver utilizzato il termine “studente” nel titolo, ribadisce tale condizione, decrivendo lo scrivente come “studente universitario fuori corso“. Ciò rnon è vero. Lo scrivente, dopo aver conseguito la laurea triennale presso l’Università degli Studi di Milano { 2009} , non è più iscritto presso alcuna facoltà.[…]

Proseguendo nella lettura, l’autore, riferendo lo svolgimento dei fatti scrive che “per oltre trenta minuti, quel corpo rimane immobile nel cortile, mentre una chiazza di sangue si allarga vicino alla testa. Poi due amici lo rianimano e a spalla lo portano fuori”. Tale ricostruzione non è assolutamente veritiera, e ciò lo si evince dal verbale di denunicia/querela sporta al sig.***** che ricostruisce i fatti di quella notte in questi termini ” (….) li sentivo allontanarsi. Poco dopo mi rialzavo ed in quell’occasione mi ritrovavo a fianco il mio coinquilino, col quale facevo rientro all’alloggio”. Versione dei fatti ribadita e confermata dall’amico{ex amico cheera con lui al momento della rissa e mai ci accusa} del sig. ******, nel verbale di sommarie informazioni rese dallo stesso in data 10 aprile 2013.[…]

3.L’articolo è apertamente denigratorio, diffamatorio[…].

Si tratta di una notizia che solo in parte descrive il vero, laciando spazio ad allusioni sulla mia personalità[…] effetto amplificato dalla diffusione che ha avuto la notizia.

Chiedo pertando che si proceda nei confronti dell’autore dell’articolo, Tino Fiammetta, giornalista del queotidiano “Il Giorno” e il direttore reposnsabile Giancarlo Mazzuca per il reato di cui all’art 595 co. 3 c.p.

 

RICHIESTA DI CONDANNE E RISARCIMENTI: PM e parte civile

Il Pm e la parte civile hanno insistito affermando la fondatezza dell’accusa ricostruendo la vicenda quasi come se il processo non ci fosse stato!

Senza considerare il punto essenziale, cioè che la vittima non ha riconosciuto il volto di alcuno degli aggressori. Messo di fronte agli album fotografici non ha riconosciuto nessuno in cui c’erano le foto nostre e soltanto in aula, dopo aver richiesto più di 100 mila euro di risarcimento, ha indicato ma con dubbi e senza certezza l’imputato ( Lollo, il solo tra i due imputati su cui gravano le pesanti accuse di lesioni gravissime ecc…) come rassomigliante alla figura di uno dei presunti aggressori. E senza considerare che questa incerta testimonianza proviene da una persona che, per sua ammissione a causa dei colpi ricevuti e l’alcool bevuto, quella sera si trovava in uno stato di forte shock che gli aveva impedito di fissare nella memoria gli aggressori. Neppure è stato considerato che, l’unica persona che sembrava in un primo momento aver indicato gli imputati come partecipanti alla rissa, abbia successivamente e in più occasioni chiarito di non aver assolutamente mai visto gli imputati come coinvolti o partecipanti all’aggressione. Questo è tutto quello che l’accusa è riuscita a provare dopo aver ascoltato decine di testimoni, intercettato centinaia di dialoghi telefonici, e-mail e conversazioni ambientali.

Nel quadro finale richiede che vengano escluse le attenuanti generiche per nostra non resipiscenza, affermando che non avremmo neppure accennato a mostrare dispiacere per la povera vittima, atteggiamento aggravato dalla non collaborazione data alla Corte nella ricerca degli altri “colpevoli”.

Dunque 1 anno per Simo , 3 anni e 3 mesi per Lollo e 134mila euro di risarcimenti per la vittima.

La richiesta è altissima per Simo ( dato il piccolo capo d’imputazione rimasto) al di là delle “belle parole del PM” e paradossalmente, bassa per Lollo date le pesantissime imputazioni rimaste in piedi: per evitare ogni fraintendimento, anche un solo giorno, per quanto ci riguarda, è troppo!

Sentenza MERCOLEDI’ 21 OTTOBRE ORE 9:30

 Lollo e Simo

assemblea sui nostri arresti in Panetteria occupata

 

  1. un paio di interventi su eventuali “pseudo rivendicazioni e assunzioni” della rissa (che fanno giustamente innervosire non poco  la Panetteria occupata tutta, nonché il sottoscritto visto che inoltre pesano 12 anni di pena massima) sui fatti addebitatici;
  2. l’eventualità (sicuramente non all’unanimità ma la posizione esternata è quella)  di consigliare e-o considerare seriamente il patteggiamento (cosa da noi mai presa in considerazione, e mai da fare in questi casi dato che ne saremmo “usciti rovinati e con davvero anni e anni di condanna”, nonché motivo di forte preoccupazione per tanti compagni e compagne dato che per settimane e mesi  veniva lasciato aleggiare il dubbio pur di non rimangiarsi le improbabili castronerie arrivando a esternare la menzogna della presunta “nostra” poca chiarezza: falso!, cosa protratta per mesi e mesi con un (ossessivo) ..”possono fare come vogliono ma volendo si può anche patteggiare”  oppure (scaricandola su di noi che ignari non potevamo neppure rispondere ) un “non sono stati chiari”, negando spudoratamente che era un ipotesi, per fortuna, mai presa in considerazione da nessuno dei diretti interessati.. ribadisco falso, oltre che meschino! “indicazioni processuali” totalmente irresponsabili e deliranti della Panetteria occupata;
  3. volontà di non prendere una posizione ( lasciando nel tempo sempre più spazio a suggestioni, confusioni e falsità, calunnie comprese! Vabbene il “pluralismo” ma a tutto c’è un limite) esternazione di una linea fatalista volta ad un protezionismo ultra settario, sbagliato sebbene inizialmente comprensibile, in apparenza verso di noi e soprattutto verso la Panetteria occupata stessa che da subito ha abbracciato, chi parzialmente , chi totalmente e ancor più nel tempo le tesi vergognose dell’accusa senza mai fare una seria autocritica ( doverosa ma che comunque non mi sarei aspettato) ma nemmeno una banale riflessione collettiva circa le cantontate prese con il metodo di confusioni e-o evitare confronti e lasciare che il tempo magari “aggiusti le cose da sole” creando infine,” con il metodo scarica barile, un clima perverso e torbido solo utile alla Procura;
  4. totale scavalcamento di interventi di compagni e compagne ( esterni a questo becerume ) con portati esperienziali forti che ribadiscono la sana e basilare idea dell’inutilità di parlare di processi ( per altro, chi ne parlava, senza avere nemmeno un’idea di cosa siano i processi ) a meno di 24 ore dagli arresti, l’importanza di non dividersi (almeno dall’inizio) e infine di mantenere la calma: indicazioni condivise dal sottoscritto e portate a fondo nei fatti: purtroppo rimaste inascoltate dai più e collettivamente dalla Panetteria occupata che ha agito, e continuato a fare, all’esatto opposto!

Scritto per iniziativa Lollo e Simo

PROPOSTA INIZIATIVA PER INCHIESTA ARRESTI SIMO E LOLLO

 

Ciao,

abbiamo ragionato su un paio di proposte per un eventuale iniziativa allargata da tenersi  al *********..

La prima sarebbe di fare un’iniziativa  a giugno.  Noi la vediamo così ripartita : introduzione vostra ( se lo riterrete opportuno ) e nostra di cos’è stata l’inchiesta e aggiornamenti. Se possibile per tempistiche e impegni dei nostri avvocati pensiamo di dare loro uno spazio per qualche chiarificazione giuridica e infine un piccolo dibattito e-o risposte a curiosità. Dopodichè buffet-musica e momento di festa per raccolta fondi.

Una seconda ipotesi sarebbe di fare la stessa iniziativa più avanti,a questo punto a ridosso della data di apertura del processo ( ancora non fissata, neanche in fase preliminare ). In questo caso pensiamo di farla in maniera più calibrata, sempre strutturata allo stesso modo, ma chiaramente più approfondita tanto che oltre all’introduzione nostra e  vostra pensiamo di ripercorrere meglio le varie tappe compresa  “l’impostazione processuale” e varie analisi. In questo caso con la presenza certa dei nostri avvocati  ci si dilungherebbe tutti non solo negli aggiornamenti ma anche nelle varie vicende. Il tutto cercando di trarre come sempre spunti positivi. Con spazio sempre per buffet-musica e altro per raccolta fondi.

Sia in un caso che nell’altro mandiamo di seguito qualche riga più specifica di come intendiamo si svolga l’iniziativa:

  • Eventuale introduzione vostra o di altri compagni-e.

 

  • Introduzione e aggiornamenti nostri su vari passaggi: arresti,  mesi precedenti a questi, campagna mediatica di criminalizzazione, conduzione delle indagini, nostra impostazione processuale, stato attuale delle cose comprese stranezze e varie “ montature “ d’indagine.

 

  • Infine ci piacerebbe argomentare tanto sulla forte ed estesa solidarietà espressaci quanto su alcune difficoltà e smarrimenti oggettivi vari.

 

Questo è quanto abbiamo pensato ma chiaramente ci piacerebbe consultarci e confrontarci con voi   anche per stabilire meglio le date eventuali di tale inziativa.

 

Saluti

 

Lollo e Simo

Comunicato Livorno

Milano, ancora arresti politici.

Milano, ancora arresti politici.

Il cp 1921 esprime piena solidarietà ai compagni Simo e Lollo arrestati ieri mattina per la presunta partecipazione ad una rissa

Leggiamo gli assurdi articoli e ne ringraziamo gli autori: pur non conoscendo niente dei fatti avvenuti non si puo’ aver dubbio sull’assurdita’ delle accuse

unico obiettivo che riescono a raggiungere e’ chiarificare la manovra repressiva in atto: contradditori e assolutamente illogici nella descrizione dei fatti avvenuti. Ridicole le forzature per mettere insieme ricostruzioni che rasentano il paranormale

Tentano di impressionare, tentano di dipingere come “violenti” e “minacciosi” due compagni che da anni si schierano in prima persona,

non solo per i loro di diritti, ma per i diritti di tutti, specie dei piu’ deboli, non solo per il diritto allo studio ma per il diritto alla casa, al fianco del popolo valsusino per il diritto alla terra e alla salute

Ma le nostre care testate nazionali, ansa in primis, ci danno l’ennesima conferma che il farsi carico dei problemi altrui, il lottare per migliorare lo status quo a benificio di tutti,non e’ comportamento socialmente accettabile

l’essere un militante politico rappresenta l’aggravante e la giustificazione

E’ ormai nel nostro paese ben chiara la logica di criminalizzazione e annientamento di ogni opposizione politica perpetrata dalla magistratura in primis e da una stampa supina, sempre pronta a pubblicare veline di questura e falsità con lo scopo di sbattere “il mostro in prima pagina”!

Ai compagni milanesi va tutta la nostra solidarietà

scavalco diretti interessati ad avvitamento

Nascondendosi dietro opportunismi liquidatori non sappiamo bene di cosa si tratta”..”dobbiamo capire bene” e dogmi con i giornalisti non si parla, i servi della borghesia milanese”.. “la gente non capisce..” e per altro abbracciando poi nei fatti ( laddove non dovevano essere abbracciate) alcune teorie mediatiche e, ancor più grave, per alcuni parte delle teorie della Procura  inizialmente vi è stata non solo la non volontà di pensare se e come accettare inviti a ragionamenti collettivi  ( dapprima quelli dei compagni con la pratica delle reticenze – il rimando etc ), poi di alcuni giornalisti che volevano fare una trasmissione con una specie di “controinchiesta mediatica” perchè già nell’immediato “troppi conti non tornavano”, con la pratica del diniego dietro un purismo sulle nostre spalle per altro…i classici duri a capire” con delle spiegazioni piene zeppe di retorica e condite da un pò di balle che ci stanno sempre! Non grave il diniego in sè, anche se  vergognoso lo scalvalco e le spiegazioni opportunistiche e colpevoliste erano indicative, ma lo scavalcamento dei diretti interessati in carcere, dei famigliari ( dipingendo come degli ingenui e sempre alle spalle pure gli avvocati difensori, solo perchè anche loro presero in considerazione la possibilità di argomentarne ). Ci perdo qualche rigaLa volontà degli avvocati di difesa e di chi non “si era bevuto il cervello” era ed è stata di affrontare , valutare e ragionare la comprensione ovvia che gli arresti, la feroce campagna mediatica ecc era il SEGNALE chiaro che faceva presagire almeno in parte quello che avrebbe conseguito: altro che avvocati ingenui, salvo davanti a loro fare i ruffiani…( per il sottoscritto, sarebbe stata importante valutandone accuratamente, proprio per la campagna d’odio contro di noi e chiunque sia stato attaccato strumentalmente e mediaticamente, avrebbe creato un colpo di spugna a qualsiasi illazione e senza fare polemiche sterili ma andando dritti alla questione supportando le rivendicazioni politiche e le già allora forti basi difensive e di ribaltamento delle accuse, preferendo alle conferenze stampa movimentiste, che comunque rispetto alla penosità “dei duri a capire” e della situazione sarebbe stato qualcosa ma apprenderò l’ennesima “tegola”, ovvero nulla un’,altra vera brutta storiaccia,peccato!). Come rispondevo alla lettera-documento (redatta e rinnegata della Panetteria occupata stessa,sic!) non ci mettono poco a tornare indietro dopo aver montato e cucito addosso  tutta sta storiaMentre l’irresponsabilità del partito della differenziazione e dissociazione silenziosa ma reale, nell’autoreferenzialità prima crea confusioni e mesi dopo impazziscono proponendo deliri e buffonate tra altri presudo documenti rinnegati, banchettini settari e paternalistici oltre che autocelebrativi “sotto casa” 5/6 mesi dopo gli arrest,sic! (per capirsi proposti da chi “la solidarietà non si può dare”..ma Lollo non è il mostro dipinto dai giornali” dai campioni della comunicazione che hanno la pretesa di “andare a spiegare come funziona il mondo in giro” ) e tanto altro. Per fortuna, rifiutati dai miei famigliari che senza “cinema hanno sempre seguito la vicenda con dignità e fierezza senza mai un minimo di cedimento a “vomiti di rabbia”.Infine defilarsi rovesciando la frittata con il (non poteva mancare) “qualcosa avranno fatto” di continuo salvo la RIMOZIONE nel tempo….

Per dirla in breve il punto sta nel “perchè e soprattutto in che maniera ci si va”  ma ancor più grave il fatto di non aver voluto neanche dare da subito, nè mai, una risposta ferma e decisa e per di più aver continuato su quella linea nei fatti…Per questo tali soggetti , sin dall’inizio dovevano fare una cosa sola: mettersi da parte ( assieme al bagaglio di saccenza, ne avessero azzeccata una!) o almeno dire subito una volta per tutte come la pensavano senza “nascondersi” dietro il problema finto maledicendo singoli e le altre realtà, della “brutta storiaccia”, “la gente non capisce”ecc: avrebbero fatto davvero molto meno danni. Per di più, fare ciò ovvero negarsi a confronti in maniera “dogmatica e purista” sulle nostre spalle, senza prendere una posizione netta di tutela e di solidarietà verso di noi prima e negandosi a confronti seri dopo e insabbiando e defilandosi, due anni dopo, per tutto il periodo del processo dibattimentale ( con comparsate e senza uno sbocco pratico, proprio come fosse una storia di patteggiamento che si sostiene umanamente), non solo resta contradditorio ma palesemente illogico per usare termini inoffensivi.

Invece avvenne, una caterva di assemblee a “scatola chiusa e “intercettate” dove veniva detto tutto e il contrario di tutto compresa la falsità delle nostra presunta poca chiarezza, e non potevano mancare, continue insinuazioni di un nostro coinvolgimento! La gravità è che in sostanza, le decisioni sottaciute erano punto fermo e vergognoso delle deliranti e urlate assemblee mentre ero in carcere e ai domiciliari con divieti comunicativi! Dopo aver paralizzato tutto, retromarcie continue quando si arriva al momento di fissare incontri chiarificatori aperti richiesti, senza inseguire nessuno, dal sottoscritto!

Gravissimo è continuare su quella linea per anni, sbagliare è umano, reiterare non è buono!!!

Trattamento inumano in carcere: notav fa ricorso

da :https://www.infoaut.org/varie/trattamento-inumano-in-carcere-notav-fa-ricorso

OLga( è ora di liberarsi dalle galere)

https://davi-luciano.myblog.it/2014/10/12/trattamento-inumano-carcere-notav-fa-ricorso/

Premessa:

Consapevole che l’Unione Europea rappresenta l’insieme di stati imperialisti il cui principale fine è l’accumulo di capitali per pochi a danno di molti, ” battagliare ” per avere riconosciuto un qualche minimo diritto esistente rimasto, può essere utile e necessario. Chiunque subisce o ha subito detenzioni in condizioni brutali ( e il carcere quello offre e l’Italia non fa certo eccezione ) deve essere messo nella condizione di potersi opporre anche con questi ” strumenti ” senza però darne un valore assoluto, perchè anche nello specifico della “questione carceraria” sebbene da un lato la Corte Europea si pone come organo “super partes” multando l’Italia a causa del sovraffollamento, dall’altro lato proroga la scadenza del termine di tale multa permettendo allo Stato italiano di correre al riparo con “palliativi e mezzucci” che non garantiscono certamente ai detenuti  il minimo di quello che gli spetta. E’ importante in sostanza che di queste istanze ne arrivino tante ( per capirsi: un conto se ne arrivano qualche decina e un altro conto se ne arrivano 80 mila!).
Mi preme ricordare che non esiste carcere senza ricatto e che l’Italia ha il triste primato di sovrannumero di detenuti che di fatto scontano non solo condanne definitive ma anche preventive.
Decido di pubblicare anche l’introduzione della mia personale istanza non solo per la particolarità del caso ma soprattutto perchè simile (seppur nelle diversità oggettive) di tante montature subite da migliaia di persone e che purtroppo passano nell’assoluto silenzio.

 

 

ISTANZA:

Al Magistrato di sorveglianza di Milano

Alla Corte Europea dei diritti dell’uomo.

Nell’ interesse di : Minani Lorenzo Kalisa [….]

OGGETTO: richiesta di risarcimento conseguente a grave violazione dei diritti della persona.

Quest’istanza è originata dalle due carcerazioni preventive scontate presso il penitenziario di San Vittore sito in Milano che il sottoscritto ( per giunta da incensurato ) ha subito.

La prima, conseguente ad imponenti manifestazioni del movimento NoTav, in difesa dei diritti umani, sociali e ambientali e dai relativi disordini verificatisi tra forze di polizia e manifestanti che hanno condotto all’arresto di 26 persone.

La seconda, sempre preventiva, dettata da una presunta rissa avvenuta in un contesto di centinaia di persone presenti.

Mi preme evidenziare l’iter che ha condotto a questa seconda carcerazione poiché fortemente specificante dell’uso sommario, punitivo nonché disinvolto ( anche in termini di diritto e costituzione ) che si fa in Italia della custodia cautelare in carcere.

Questa la sintesi dei fatti contestatimi: 6 mesi dopo una rissa avvenuta, durante una festa universitaria, tra parecchi ragazzi, mi viene notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere. Dalla lettura dei singoli punti che la compongono noto grossolane contraddizioni.

La prima data dalla circostanza per cui la presunta vittima oltre ad allontanarsi dal luogo della rissa sulle proprie gambe non si presenta ad alcun pronto soccorso per farsi prestare le cure necessarie, né tanto meno espone alcuna denuncia alle autorità competenti. La seconda data dal fatto che le persone presenti sul luogo di commissione del presupposto reato, sentite a sommarie informazioni, dichiarano non solo di non aver visto nulla ma addirittura chi ha chiamato i carabinieri quella sera stessa afferma inequivocabilmente che vista la grande confusione né lui né gli altri presenti sono nella possibilità materiale di riconoscere quelli che, anche in minima parte, sono stati partecipi alla rissa in questione.

A distanza di 10 giorni dall’accaduto la presunta vittima, a mio avviso palesemente consigliata, si reca presso un pronto soccorso per farsi refertare le ferite subite. Quest’ episodio dà avvio alle indagini che portano all’ascolto, da parte dei carabinieri delle stesse persone sentite al verificarsi dei fatti e alcuni di loro, a questo punto, stravolgono le dichiarazioni precedentemente rese; dichiarano infatti di ricordare cose che nell’immediatezza non ricordavano giungendo perfino a riconoscere i responsabili ,tra i quali io.

Aggiungo inoltre che, il principale teste d’accusa, trascorso più di un mese di carcerazione preventiva mia e del mio coimputato ( peraltro nemmeno lontanamente presente sul luogo dei fatti ) riformula per l’ennesima volta la sua deposizione ritrattando quanto in precedenza reso e dichiarando che non è più sicuro delle pesanti e specifiche accuse formulate. Sottolineo che, nonostante il verificarsi di questi eventi, ad oggi, continuo ad essere sottoposto ad un obbligo di firma ( tre volte a settimana ) che non mi consente neanche di trovare un lavoro nonostante le numerose opportunità verificatesi.

Questa è una premessa lunga ma doverosa poiché mette in evidenza la gestione e l’ uso arbitrario da parte di alcuna magistratura che spazza via e stravolge il fondamentale principio ( sempre di diritto ) che vede l’applicazione della custodia cautelare in carcere come estrema ratio.

Tale custodia cautelare, ed arrivo così alle motivazioni che mi hanno indotto a redigere questa istanza, avviene in condizioni disumane e per di più illegali e non ha nemmeno lontanamente nulla a che vedere con la rieducazione di chi la subisce, così come statuito dai codici e dalla costituzione.

Quella che segue è una denuncia rispetto alle condizioni altresì disumane che sono stato costretto a vivere così come migliaia di altri detenuti in Italia.

Ingresso

Prodotti per l’igiene, pulizia personale e “kit prima accoglienza” ( ciabatte, asciugamani, coperta e lenzuola, spazzolino e sapone) non forniti alla gran parte dei detenuti, compreso il sottoscritto.

Assenza di un regolamento scritto, contenente diritti e doveri dei detenuti di prassi comunicati oralmente ( quando questo avviene) in maniera ambigua e contraddittoria. Si pensi ai colloqui familiari, alle telefonate, ai pacchi ed ai versamenti sul conto corrente, all’accesso alla socialità, eventuali corsi e qualsiasi altra attività che permettano di uscire dalle celle dove la maggioranza dei detenuti restano stipati obbligatoriamente dalle 20 alle 22 ore al giorno e con umilianti e continue perquisizioni.

Situazione celle

Ogni cella contiene dai 5 ai 6 detenuti ( mi riferisco alle celle piccole che invece secondo il regolamento, dovrebbero al massimo contenere una o due persone), concedendo uno spazio inferiore ai 3 metri per ciascuna persona. Per realizzare ciò si è costretti a “vivere” ammassati su letti a castello che non permettono né la deambulazione né l’apertura totale delle finestre (procurando in molti casi problemi per il ricambio d’aria).

Il bagno che è a stretto contatto con lo spazio ricavato per cucinare cibi aumenta fortemente il rischio di trasmissione di malattie.

Dalla doccia e dal water vi sono continue fuoriuscite d’acqua e liquidi puzzolenti e ( nonostante le continue richieste e il rischio che ne deriva) non vi è alcuna possibilità di ripararli se non con mezzi di fortuna realizzati dai concellini.

Oltre le sbarre, sono posizionate griglie forellate (illegali) che danneggiano sensibilmente l’apparato visivo.

I materassi, inesistenti, sono sostituiti da una spugna tanto sottile da fare entrare in contatto rete metallica, schiena e scapole. I cuscini non sono previsti.

Situazione generale

La forte promiscuità di detenuti per vari reati nelle stesse celle e sezioni aggravano l’elevato stress, le violenze di ogni tipo e gli atti di estremo autolesionismo. Per contro, molti psicologi e operatori sociali ostacolano quella che si potrebbe definire la promiscuità positiva ( detenuti di varie origini regionali, etnonazionali e religiose) quando si viene a creare tra i carcerati.

Il cibo, poco e spesso di pessima qualità, è distribuito con un carrello generico ( per altro usato anche per il ricambio coperte, lenzuola sporche ecc..) ed è contenuto in pentoloni frequentemente senza coperchio. Ciò è fonte, tra l’altro, di gravi disagi per i lavoranti ( detenuti con mansioni di lavoro) che tra pesanti ritmi imposti e in condizioni aberranti sono costretti ad ingegnarsi con metodi volti a garantire sicurezza, igiene e tutto quanto necessario alla salute e ad altri diritti dei detenuti.

Tengo a precisare che il cibo e i generi di prima necessità acquistabili internamente hanno sistematicamente prezzi almeno due o tre volte superiori a quelli di supermercati e negozi accessibili a chi è in stato di libertà. ( Evidenzio che attualmente in Italia in numerosi penitenziari sono in corso ennesimi scioperi della spesa attraverso i quali i detenuti si oppongono agli ulteriori aumenti di prezzo che riguardano ancora una volta beni di prima necessità, per esempio bombole del gas). Per altro anche la spesa è fonte di numerosi problemi: viene consegnata a distanza di una settimana circa, dal giorno dell’ordine, la fornitura di verdure e carni è consentita solo in alcuni giorni e la consegna non avviene mai in un’unica volta.

Le ore d’aria sono minori di quelle statuite attraverso decreto ministeriale; l’apertura delle celle avviene in orari mai prestabiliti causando difficoltà ulteriori alla reale possibilità di fuoriuscire dalle celle nonché all’accesso all’aria stessa ( in quanto, di fatto, è richiesta l’immediata prontezza nell’uscire al momento dell’apertura delle celle).

Cure mediche

Le cure mediche sono scadenti, in particolare nei casi urgenti; dalle 21 in poi vi è un’impossibilità quasi totale di avvisare il personale del carcere ( compresi agenti di polizia penitenziaria) e di conseguenza accesso al pronto soccorso ed essere visitati. Questo è particolarmente grave e rilevabile nei casi di crisi epilettiche, cardiopatologie e urgenze varie. Nel mio caso, le pastiglie portate personalmente da casa e segnalate al mio ingresso a San Vittore ( specificandone patologia, dosi e tempi di assunzione) sono pervenute nelle dosi sbagliate quando e se fornite.

Comunicazioni postali

Per quanto riguarda la posta personale in entrata ed in uscita vi è forte discontinuità; spesso con enormi ritardi e non fatta arrivare al destinatario per inspiegabili e/o arbitrari motivi: dunque sottrazione e furto sistematico di gran parte della posta.

Situazione particolare e generale disumana e degradante ampliata e a volte creata dall’enorme tasso di sovraffollamento che aggrava le condizioni già aberranti esistenti.

Per tutti questi motivi

CHIEDO

di valutare questo mio scritto e stabilire un risarcimento congruo al trattamento disumano e degradante subito dal sottoscritto e da tutti quelli che vivono o hanno vissuto tale situazione.

 

Lorenzo Kalisa Minani – Milano, 16/09/2014

 

***********

A proposito della recente modifica alla legge n. 354/1975 dell’ordinamento penitenziario riportiamo un paio di casi eclatanti di questi giorni: due detenuti “vincono” il ricorso a Strasburgo . Questi gli articoli pubblicati dai quotidiani:

«Altro detenuto risarcito e rilasciato 10 gg d’anticipo per detenzione in cella sovraffollata e per  – trattamento disumano e degradante – .  La decisione del giudice di sorveglianza è il primo “rimedio compensativo” previsto nel decreto legge N°92 del 26/06/2014 che ha l’obiettivo di porre rimedio alla situazione del sovraffollamento delle carceri italiane».

 

Il fatto quotidiano, 25/09/2014

Come è noto l’Italia è stata multata dai giudici europei perchè non rispetta i limiti minimi di spazio per detenuto all’interno delle celle, che per legge devono essere di almeno tre metri quadri.

«F.T. 33 anni ha vinto il ricorso sulla base del decreto legge N° 92 del 26/06/2014 perchè ha subito un trattamento in violazione dell’articolo 3 della convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo ( al carcere Due Palazzi di Padova ). INTERVISTA –  Domanda: ” Sà quando riceverà il denaro dell’indennizzo?” RISPOSTA: ” No, e se devo dire la verità non sono nemmeno sicuro che venga dato ” DOMANDA: ” Cosa la soddisfa di più oltre il ritorno in libertà?” RISPOSTA : ” […..] sapere che altri detenuti nelle mie stesse condizioni potranno preparare il ricorso come ho fatto io e ottenere giustizia».

 

Corriere della Sera, 27/09/2014

Le richieste di risarcimento si riferiscono a due commi del medesimo articolo: articolo 35 bis ( legge 26/07/1975 N°354 modificata da legge 11/08/2014 N° 117 riguardante spazio celle) ; articolo 35 ter( relativo alla violazione dell’art 3 della convenzione europera per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali ).