Riflessioni (continua)

Inoltre per non cadere in patetici vittimismi e fatalismi, a causa della confusione creatasi “in giro”, ritengo importante, allegando anche alcuni atti, evidenziare di che tipo d’inchiesta si è trattato, e di come noi l’abbiamo gestita ribadendo la nostra piena e totale estraneità ai fatti addebitatici ( non mi riferisco solo al pm e giudici ).

Questo, peraltro, con scavalcamenti ed enormi ricadute sui diretti interessati, con limiti dettati da incapacità totale di cercare di gestire certe situazioni a mio avviso normalissime, da infantili arroccamenti, settarismi, becere colpevolizzazioni, per altro insinuate e mai dette direttamente al diretto interessato. Ciò ha portato ad  immobilismi ed accettazione delle “verità di comodo e ufficiali” che aleggiavano e venivano insinuate(talvolta sbraitate) sin dall’inizio anche e sopratutto da chi avrebbe dovuto essere quantomeno nel “campo opposto”: purtroppo questa non è una critica ma un’amara ed evidente constatazione.

Inizialmente, oltre al racconto di talune vicende, soprattutto per chi giustamente non è “interno” a certe logiche e dinamiche, alcune spiegazioni e polemiche potranno sembrare  inutili ( e probabilmente in una certa misura lo sono infatti ho fatto di tutto per evitarle ) ma personalmente credo che ora siano inevitabili date le tante “dicerie” fomentate dal silenzio complice e perchè credo che si deve “uscire dall’anonimato delle storie che non si possono raccontare solo perchè troppi la vedono come un tabù”, dalle mistificazioni e dalle troppe calunnie e cercare di recuperare una storia collettiva attraverso quella personale e non viceversa.

Mancando sempre più, per fortuna, nel pratico esempi recenti lampanti  di “inchieste particolari” su compagni ( vale la pena ricordare che di inchieste come questa, ovvero “montate ad arte”, ce ne sono purtroppo tantissime )…diviene ad oggi non secondario l’obiettivo chiaro di porre fine alla cosiddetta repressione pstrisciante ( con doppi e tripli processini alle spalle di chi è in carcere e defilandosi poi) quella per intenderci delle compagnerie che iniziano abbracciando chi parzialmente chi totalmente tesi di procure, e continuano con mezze verità, confusioni, troppi personalismi, non detti continui ,calunnie e liquidatorietà che possono funzionare grazie all’ evitare un confronto reale con il sottoscritto. Infine, porre risposte ai “sani interrogativi dei più” lasciati come tali, non da parte  del sottoscritto, per non affrontare la situazione, ma perché nelle risoluzioni “a capannelli”( come in parecchi hanno tentato fino all’inverosimile di fare) non ho mai creduto e quindi non mi sono prestato e continuo così.

Non è certo un controprocesso   (e se viene visto così devo dire che a questo punto una simile critica/accusa pretestuosa neanche mi interessa )   anche se tra gli inacettabili accadimenti avvenuti, comprese ahimè di fallimentari e pesanti tentativi di improbabili gestioni affatto richieste e defilazioni poi ( e nonostante il sottoscritto abbia provato in tutti i modi di ricucire gli strappi, porre rimedio a divisioni e spudorate stupidaggini e difendere un po’ tutti anche a mio discapito) è arrivato almeno il momento di “saziare le parecchie curiosità positive” di molti, per cercare delle risposte serie.

Purtroppo per iscritto,nel bene e nel male, non rende nell’interezza  di come sono le vicende e gli andamenti ( tranquilli  sono assolutamente molto peggio di come le riporto )e tocca ad essere sicuramente troppo “raffazzonato, sintetico e asettico”   ma, le vie facili non esistono, e, non è  un dettaglio, le vie migliori mi sono state tutte negate in questa città per un motivo o per l’altro ( prima era troppo presto, poi troppo tardi e via dicendo..) e pretendere metodi “migliori” da me,a parte che non ne esistono ad oggi, francamente alla luce dei fatti mi apparirebbe infondato. Inoltre, questo , è un tentativo di semplificazione alle enormi difficoltà imposte che mi sono trovato ad affrontare dato lo “svilimento , la depoliticizzazione , le mistificazioni continue e non solo mediatiche della inchiesta.

Ci tengo a precisare che, ciò che scrivo, non rappresenta nulla di nuovo per gli inquirenti (  visto che in molti si sono prodigati, scrivendo resoconti ( o report!!! come va di moda chiamarli) dalle tastiere dei loro inseparabili pc e chiacchierando ai telefoni, ad informarli via via ) che ahimè sanno di tutto questo “chiacchiericcio imbarazzante”e non certo per colpe mie ma per completezza di spiegazione dovrò, mio malgrado, quantomeno citarne qualcuna.

Per sbaragliare il campo da equivoci”, per chi è ignaro di parecchie vicissitudini, doveroso è, al momento attuale , spiegare e rivendicare ancora una volta il mio iniziale “silenzio sulla questione rissa” ( o pestaggio/aggressione secondo accusa e calunniatori vari) anche perchè farne un punto centrale della vicenda-inchiesta era del tutto fuorviante. Infatti, sin dal primo momento, nonostante formalmente lo sia,io non ho mai visto come episodio centrale e-o scatenante gli arresti la rissa in questione ( su questo paradossalmente anche la Corte è stata d’accordo dato che in 2/3 ore di controesame ha glissato focalizzandosi su particolari altri e dettagli non riguardanti la “questione rissa”, ma non era un processo per una rissa?)e ciò in controtendenza con chi, nella finta gestione fatta di assemblee davvero prima deliranti e confusionarie e poi irresponsabilmente consapevoli, prendevano parola dicendo per altro tutto e il contrario di tutto in linea con le tesi della Procura-giornali permettendosi di parlare a nome nostro! In più, l’inammissibilità di queste posizioni, che non hanno mai trovato una minima sintonia con le nostre, come prima grossa “cantonata” partivano da concetti nettamente incompatibili ( sottaciuti spesso, tanto quanto pilastro di ogni reale decisione alle nostre spalle )!

Dunque non si può “concentrarsi” sui dettagli tralasciando in maniera tragicomica i punti centrali della questione come va di “moda”!

Sebbene di atteggiamenti positivi (di singoli) e di alcune realtà c’è ne sono stati parecchi, e verranno giustamente citati nel cercare di dare interezza al quadro  totale, risulta purtroppo necessario  focalizzarsi su quelli da non tenere e su quelli che sembrano avere dell’incredibile, ma così è!  Il nocciolo della questione sta non solo nell’indignazione o ancora peggio nella “forza della ragione che non basta”  o altro, ma nel come è potuto succedere tutto ciò alimentando sempre più alcuni meccanismi: questo, a mio avviso,  ha spiegazioni logiche ( laddove c’è una logicità) e ben precise.

Partendo dai grossolani errori immediati e reiterati, posti in essere dalla cattiva gestione, o meglio non gestione, della fantomatica solidarietà( “la solidarietà non si può dare perchè c’è una testa rotta” forse la loro..sta volta l’hanno fatta grossa”e,non poteva mancare, il “SONO INDIFENDIBILI”..ciò veniva detto dai compagni di lotta e di Procura mentre eravamo in carcere alle spalle nostre che nei vari modi hanno aizzato l’opportunista strada degli intrighi e campagna di desolidarizzazione salvo negarlo e colpevolizzando tutto e tutti, gli altri!),   da una questione generale si è arrivati a questione per pochi con ricadute su pochissimi; passando da un protezionismo “idealistico” e settatrio iniziale tutto negativo ( peraltro mai richiesto, neppure dai nostri famigliari ) senza mai affrontare la centralità della vicenda politica e reale che ha finito per avere la “svolta” ancora quando ero in carcere, quindi i tentativi subdoli e maldestri( anch’essi vani e non riusciti ) di promuovere la differenziazione degli imputati, ricordo per di più che siamo stati processati in due e non ottanta! Un ingigantimento iniziale come se fosse “il processo del secolo”di taluni rispetto a questa inchiesta affrontabile e voluta affrontare da noi fin da subito ( di contraltare chi purtroppo ha seguito la linea  acriticamente della campagna mediatica di vero e proprio “linciaggio e sciacallaggio nei nostri confronti” ) e uno sminuimento enorme legato ad un opportunismo portato all’esasperazione ( quando cala l’attenzione  mediatica come sempre perchè non vi è più interesse ).

Dunque in conclusione laddove non si dovrebbe andare “dietro” i giornali, telegiornali e via dicendo si va un po’ troppo dietro e viceversa.

Le volontà impietose, goffe, deliranti e mai rivendicate ( se non con la pratica dell’ambiguità )che partivano da un altro assunto sbagliato ovvero di voler imporre una  “pseudo linea dall’esterno” ,  non hanno tenuto conto nè del reale andamento nè del battagliamento che fin dall’inizio, anche attraverso le nostre dichiarazioni rese davanti al gip, se proprio ce n’ era bisogno, indicavano palesemente la strada intrapresa e quindi la “linea almeno sull’ abc da tenere fuori” e le  strade realmente percorribili; questo è indicativo più di ogni altra parola.

Il mio essere “andato oltre” le bassezze infinite e gli opportunismi ad oltranza non può essere  confuso con accettare, o ancor peggio, avvallare tutta una serie di metodi in cui non solo non mi rivedo ma la penso e di conseguenza agisco ed ho agito all’estremo opposto ( evitare le polemiche che innescano un clima esasperato e la logica del tutti contro tutti); dunque alle “farneticazioni e agli abbagli individuali e collettivi”  ho sempre dato l’importanza che meritavano: nulla. Purtroppo così non è andata ed hanno trovato ampie legittimazioni, taciti consensi di fatto o “critiche”passive.

Il primo attacco pretestuoso a questo scritto potrebbe essere quello di tacciarlo come un becero sfogo, ma in più di 4 anni ( data da dove partono gli arresti) i tentativi di risolvere diversamente ed in maniera meno drastica tale questione sono stati parecchi da parte del sottoscritto (ma prima era troppo presto, poi troppo tardi poi diventava una questione di metodo….purtroppo per chi non ha da guadagnarci personalmente e politicamente, e vuole esaltarsi con storielle a lieto fine, rimarrà profondamente amareggiato).. e ammesso e non concesso che sia uno sfogo, sarebbe davvero una magra consolazione,oltre che ,per dirla in latino: una gran minchiata! Soprattutto non si può volere gestire l’ingestibile con chi non voleva e non vuole realmente affrontare prendendo a pretesto ogni cosa!

Tra le cose impietose vedo una velata nonchè sfacciata liquidatorietà addirittura nell’ “etichettare “, anche dopo sentenza di primo grado, questa vicenda con la definizione “è una brutta storiaccia” ( per non parlare del resto)che se non comportasse le conseguenze del caso, comprese di enormi risarcimenti, farebbe parecchio  ridere. Anticipo, e lo dico seriamente, che è chiaro che si tratta di brutta storiaccia , ma banalizzare dopo non aver voluto realmente capire fino in fondo, supera abbondantemente il ridicolo,ovvero un “fare spallucce” sulla pelle degli altri senza nemmeno capire e-o voler capire di cosa si tratta: troppo facile! Ammettiamo per assurdo  che si possa parlare di  “una brutta storiaccia” e basta, perchè non cercare di affrontarla? Contro le “brutte storiaccie giudiziarie” non mi risulta siano mai bastate le pacche sulle spalle,il chiacchiericcio,i pietismi, incrociare le dita, le “indignazioni” miste a rassegnazion,sghignazzamenti e colpevolizzazioni tacite e vigliacche. Per me a dirla tutta “la brutta storiaccia” ha inizio qualche settimana dopo i sei mesi di  preventiva quando realizzo appieno come è la situazione ( ed è li che subisco la prima condanna ) ovvero quando  “incastrato” su tutti i livelli” , il tanto acclamato “non vediamo l’ora che esci” ..“insieme faremo grandi cose…”, a Milano si concretizza con una cena, due chiacchierate ( senza consequenzialità tra l’altro) e poco più… ;unito all’effetto di vedere quanta “trippa nel cervello ci sia nell’effetto tutti contro tutti” appena si accennava di e su questa vicenda-inchiesta anche dopo la fine della mia “preventiva” ovvero “solo”( in un certo senso ) e “ancora” ( nel senso di chi si aggrappava su tesi d’accusa senza nemmeno rendersi conto) 6 mesi dopo gli arresti: se un centesimo della rabbia reciproca “e a testa bassa” fosse stata incanalata nel rispondere, al di là dell’emergenzialità e della facciata, a quest’inchiesta si sarebbe data una “risposta” degna di tale nome invece che regalarsi ad“un trappolone” che ha funzionato, purtroppo, fin troppo bene e in questo senso, ampiamente meglio di quello che si aspettavano!

Dunque, nel concetto appena espresso, senza neanche rendersene conto (almeno spero), a Milano e altrove poi, in parecchi hanno “proseguito” uno dei lavori dell’accusa. Il tentativo di mettere gli uni contro gli altri ( salvo di facciata sposare ipocritamente alcune “cause”), accettare volenti o nolenti verità di comodo ha funzionato, bisogna ammetterlo/comprenderlo se no non si va da nessuna parte!

Far finta di nulla quando,il menager-rettore della Statale ( il fanatico delle telecamere dei tornelli video-camere per l’accesso alle biblioteche ed università pubbliche )  “sventaglia “ di continuo l’inchiesta con l’avallo di giornalisti particolarmente subdoli e asserviti al Tav ecc, “perdersi in un bicchiere d’acqua” di fronte a troppe cantonate e compromissioni, prendere a pretesto ogni “scusa” per non tentare nemmeno di affrontarla questa   “brutta storiaccia“ , chiudersi nel “parlarne e straparlarne” solo in maniera “privata” o sotto forma di “sfogo” o “allusioni”, etichettarla e “venderla” come una “storia ingestibile”, dare “colpevolizzazioni” gli uni agli altri, rendere vani gli sforzi dei più e sminuirne le utilità, ed in fine in fase di dibattimento processuale durato un anno con lunghe udienze ,essere parecchio “neutri” o nel migliore dei casi “tifosi esterni” di una vicenda che, in prima e in ultima istanza, realmente poteva capitare a chiunque sia “anche minimamente esposto”, beh non è proprio, per usare un eufemismo, il “rispondere alla repressione”.

Chiaramente dopo i taciti ed espliciti consensi all’accusa,si arriva all “ultima arma” : cercare di svilire chi ne prende o ha preso posizione unita alle reticenze nei confronti di chiunque voglia dare una risposta contro un qualcosa di drammaticamente semplice: una farsa politico-mediatico-giudiziaria con pesanti conseguenze reali.

Un inchiesta, che dal pm, giornalisti e tutta l’accusa ha trasformato e fatto un’elemento di forza la compiacenza dei militanti e l’estraneazione opportunistica della maggiornaza silenziosa che col passare del tempo si è sdraiata in una posizione “ponzio-pilatesca” fino all’estremo: ecco che l’inchiesta tabù per i più d’altronde si capisce: è una brutta storiaccia!

 

Lo scritto sarà suddiviso in tre parti: