Lettera disconosciuta e risposta

Disconosciuta lettera Panetteria Occupata {in grassetto le menzogne e le incompatibilità generali gravi che scrivevano già nell’ufficialità delle LORO posizioni}

Sugli arresti del 4 settembre ( dopo un mesi dagli arresti e di “riflessioni” LORO)

Come vostri compagni, vi scriviamo queste riflessioni, nate dall’esigenza di confronto emersa dopo gli arresti del 4 settembre e che hanno riguardato sia il piano tecnico della questione sia il piano più politico. Questo anche in relazione a ciò che attorno alla vicenda viene detto o proposto da altri gruppi di compagni.

Sin da subito ci siamo espressi molto chiaramente contro la strumentalizzazione che è stata fatta da giornali e questura, che come avrete visto non hanno perso tempo ad attaccare gli ambiti politici dove voi militate, collegando una rissa avvenuta in università con le occupazioni degli studenti e col movimento valsusino. Non vi nascondiamo però che, rispetto ad altre situazioni dove si è risposto agli attacchi della repressione, ci siamo trovati in difficoltà a prendere parola attorno ad una vicenda che, per quanto strumentalizzata per fini politici, di politico ha ben poco.

Non avere nulla da rivendicare, ci ha posto infatti nella situazione di non poter dire nulla sul fatto in sé e gli attacchi politici nei due giorni successivi agli arresti si sono configurati tali proprio per questa ragione. In effetti, nei comunicati non si parla di ciò che è accaduto, ma solo dell’uso che ne è stato fatto e delle relative motivazioni. Tutto questo ha prodotto ovviamente alcune riflessioni e una seria autocritica.

Questo a prescindere dal fatto che voi due, come sappiamo bene, non avete nessuna responsabilità sull’accaduto e che questa vi è stata cucita addosso dalle carte della questura e pompata poi dai media compiacenti.

Infatti, molte problematiche su cui ci troviamo a riflettere oggi, erano già state affrontate in tempi non sospetti, in quanto alcuni comportamenti da noi tenuti nei luoghi dove ogni giorno portiamo avanti il nostro lavoro politico, nuocevano al nostro stesso percorso.

L’autocritica che ci facevamo e che continuiamo a fare, non è assolutamente la criminalizzazione di fatti specifici, ma vuole essere uno spunto collettivo che miri a evitare di deteriorare i rapporti con i nostri referenti politici.

L’autocritica non comporta nel modo più assoluto la vostra colpevolizzazione individuale, ma anzi, è l’assunzione delle nostre responsabilità nella mala gestione di quella e di molte altre situazioni, che hanno portato alla creazione di terreno fertile per l’attacco contro di voi compiuto

Ci siamo trovati, e ci troviamo tuttora, in un impasse dovuto al fatto che ci manca lo strumento per collegare quanto successo il 14 febbraio all’interno di un movimento di lotta, che lo faccia suo proprio, come accade negli altri casi in cui si cerca di rispondere alla repressione. Perché il collegamento, purtroppo, c’è solo a posteriori, ed è dato dalla controparte: la rissa e le occupazioni in università, la rissa e il movimento No tav. Questo è concretamente l’attacco portato.

Proprio per questo pensiamo che eventuali “campagne” per degli arrestati non debbano essere soltanto una sterile presa di posizione dei loro ambiti di riferimento, ma giocoforza si relazionino il più profondamente possibile col tessuto sociale che ha prodotto quella lotta. Soltanto sulla repressione non si fa lavoro politico. Questo è stato chiaro in tutti questi anni, e proprio il movimento No Tav insegna che alla repressione si risponde proseguendo i propri percorsi. Lo stato ha colpito invece più duramente, non solo in termini di anni di galera, ma soprattutto nella disgregazione degli ambiti politici colpiti, dove è venuto a mancare il nesso tra i fatti oggetto di repressione, i procedimenti giudiziari e le mobilitazioni interessate..

Ovviamente in questi giorni si è discusso sul da farsi tra di noi e con le altre realtà e da queste discussioni sono emersi diversi ragionamenti

Vi è stato un abbozzo di proposta di campagna politica incentrata sulla strumentalizzazione della vostra partecipazione a lotte studentesche e No Tav da inquadrare in un più ampio quadro repressivo. Tralasciando così quanto successo, ma difendendo l’identità dei compagni. Corretta si come prima risposta al fuoco mediatico, ma abbastanza inutile per risolvere la questione giudiziaria nel lungo periodo, in quanto non scardina il castello accusatorio, anzi, non entrando nel merito del reato contestato, appare a tutti una gigantesca “coda di paglia”..

Un secondo ragionamento si basava sulla difesa dei compagni “anche quando vengano commessi degli errori”. Attaccando la repressione, si cerca di “fare quadrato” attorno ai compagni accusati di qualcosa della quale comunque non si entra nel merito. Fattibile all’interno di dinamiche collegate a grandi movimenti di massa. Qui ed ora, nella migliore delle ipotesi, il “quadrato” risulterebbe troppo piccolo. Andremmo incontro, seppur compatti, alla macchina schiacciasassi della controparte senza grandi difese.

Altro ragionamento che è uscito è quello basato sulla tesi “liberi perché innocenti”. In tal caso si deve entrare nel merito della vicenda, chiamandosene fuori perché estranei a pratiche di quel tipo (cosa fattibile, oltre che vera). Questa è l’unica strada che potrebbe avere un qualche effetto sull’andamento giudiziario della vicenda, in quanto atta a creare la percezione (peraltro corretta) dell’innocenza dei due imputati.  Questo ragionamento può essere portato avanti però solo dagli avvocati (quindi dal punto di vista tecnico legale) o dai familiari, in quanto non spendibile sul piano politico.

Se infatti da una parte c’è la rissa in Statale e l’attacco politico/mediatico, e dall’altra l’innocenza dei compagni e la rivendicazione della loro militanza nei percorsi di lotta, avanza comunque un resto, che è costituito dal ragazzo con la testa rotta. La questione torna solo se al ragazzo con la testa rotta fa da contraltare la responsabilità di chi gliela ha spaccata. Certo è, che lo possiamo dire anche noi, che ci sono dei responsabili, e che di certo non ci assumiamo la testa spaccata di un ubriaco ad una festa, ma si capisce bene quali problematiche ciò provocherebbe, soprattutto nelle relazioni con la realtà organizzatrice dell’iniziativa in Statale del 14 febbraio.

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Da parte nostra vi è la precisa volontà di implementare il lavoro politico, in quanto sappiamo bene che la risposta più decisa alla repressione viene dalla continuità nella lotta. Lavoro politico che è stato messo sotto attacco dall’ondata repressiva nei vostri confronti e che quindi sempre con il vostro contributo vogliamo portare avanti in maniera ancor più decisa.

Chiariamo che questo modo di ragionare è concreto, non ideologico né tantomeno astratto, e qui ci si chiede come fare a tirare fuori dei compagni capitati in una “storia di merda”, non qual è la linea ideologicamente più corretta, dietro cui nascondere l’incapacità di intervenire in maniera efficace sulla vicenda. Né tantomeno ci basta, come proposto da alcuni, partire con una campagna che fa acqua da tutte le parti, e che senza solide tesi alla sua base esponga ulteriormente non soltanto i compagni arrestati, ma pure le loro realtà politiche di riferimento.

Il dibattito è aperto, e vogliamo avere anche da voi un’opinione in merito, perché ciò che venga fatto sia il più possibile condiviso dai compagni delle realtà coinvolte dalla vicenda.

RISPOSTA MIA ALL’EPOCA

Cari compagni-e,

rispondo a questa importante lettera di riflessioni collettive al fine di un confronto utile a tutti-e noi in modo da avere una ampia comprensione e per uno sforzo di agire insieme il più efficace possibile.

Il mezzo e il momento di qualche difficoltà, in particolare di questi giorni, non mi ha consentito una risposta veloce nei tempi e probabilmente non articolata come meriterebbe e forse vi aspettate. Qui, anche nelle difficoltà, il morale continua ad essere alto!

Circa quest’inchiesta andrò brevemente per gradi (anche se molti-e di voi saranno al corrente) cercando di riprendere i fatti oggettivi a partire dal 4 settembre. Parlerò molto al singolare perchè di Simone avendo ancor il divieto di incontro so poco.

Nella notte del 4 sett con la perquisizione a me hanno sequestrato il PC (peraltro di mio fratello), cellulare e alcune lettere e un soprammobile che chiamano “sfollagente con l’effige di Guevara”.. credo che quest’ultimo oggetto di legno non abbia nessun rilievo in quanto acquistabile ovunque ed essendo in casa non possa neanche valere come arma impropria: insomma hanno fatto un po’ di cinemasubito è partita la pesante campagna mediatica che ben conoscete. Da contraltare una risposta immediata all’attacco repressivo molto forte e anche carica di tensione emotiva positiva: dal presidio-saluto sotto San Vittore il 5 settembre, assemblee e altro, unito alla caterva di posta che ci è arrivata e continua ad arrivare. Sia i carcerati, i conoscenti e amici, vicini di casa non hanno abboccato alle bugie che ci infangavano e dipingevano come due stronzi; per certi versi per loro è più facile perchè hanno una conoscenza diretta di noi ma non va dato per scontato, credo… oltre a loro tutti i compagni-e che conosciamo e che non conosciamo! Come dato politico resta la “sfida” generale e il salto repressivo dello stato (non siamo i primi certo) che dà un monito pesante e grezzamente riassumerei così il loro discorso “attenti che preventivamente possiamo sbattere in galera su zero basi e per condotte non direttamente imputabili a lotte”sottolineando un inchiesta impolitica per una o più risse accostandolo poi di fatto a realtà e lotte per parlarne male… ecco, questo concetto, come dato, è da tenerne conto e sicuro crea molte difficoltà in più per la solidarietàdifficoltà oggettive ma non per questo insormontabili!!

Noi abbiamo contestato i fatti nella formula della dichiarazione spontanea. Più avanti ci siamo sottoposti ad interrogatorio ribadendo i concetti detti in precedenza e senza andar dietro ai loro “giochetti”il resto si affronterà alla lunga andando a dibattimento-rito ordinario, insomma al processo vero e proprio.

Ora vengo al cuore della lettera premettendo che di base sono d’accordo su molte cose che scrivete, su alcune cose no e non credo sia un grosso problema. Sui comunicati, ne ho ricevuti parecchi e nessuno mi ha urtato, anzi penso siano stati calibrati bene da quelli immediati (penso subito alla lettera aperta degli avvocati) a quelli scritti con meno urgenza; mi ritrovo su molti compreso i vostri e ne ho impresso in particolare quello scritto da imputati-e no tav in quanto sottolinea molto la contraddittorietà dell’accusa ed enfatizza le debolezze dell’inchiesta senza sminuire il pesante attacco e parla molto di solidarietà! Detto ciò non mi voglio ergere a “giudice e-o valutatore “ di comunicati ma rispondo dato che mi è stato chiesto.

Sulla questione “nulla da rivendicare” che mi accennavate non mi trovo in sintonia o forse non ho compreso... vedo che come compagni-e abbiamo spesso rivendicazioni e senza troppi sforzi.

Riguardo la questione dell’autocritica mi soffermo di più perchè vedo che la digerite poco o non la digerite per niente. State tranquilli-e che non ho mai messo in dubbio che questa autocritica significa che volete colpevolizzarci (a me e a Simone), quello lo sappiamo che non è così e che ci state vicino. (l’autocritica individuale e/o collettiva in generale è sempre utile perchè ci si deve sempre migliorare). Detto ciò non è un’impostazione valida, almeno per me, per vari motivi. In questo caso è un po’ troppo a posteriori, anche perchè non ricordo (legittimamente) di aver sentito grandi cori d’indignazione dopo quella serata, me compreso. Credo che poi implicitamente o meno sia un rimarcare le debolezze e non è la mia passione preferita ( ho altri hobbies).

Mi dilungo un po’-… mi dite che riflessioni erano già in corso e, se capisco di cosa si tratta provo a portare un esempio anche io. Proprio per la questione di alcuni comportamenti che nuocciono a vari percorsi (come dicevate giustamente) circa un anno fa mi viene in mente che avvennero una serie di fatti spiacevoli e con “punta dell’iceberg” furti in Valsusa di vino ad un corteo nazionale. (dico questo per parlare di qualcosa di concreto). Bene, io, *** e pochi-e altri-e decidemmo di cercare di affrontare la cosa collettivamente ed immediatamente soprattutto dopo la dura presa di posizione per scritto del comitato pop. di Bussoleno. C’era l’urgenza nel fare qualcosa e la fretta può essere cattiva consigliera. Si parlò a varie realtà per un momento di confronto che avvenne in Panetteria occupata. Ci furono mosse critiche prima dell’incontro. La prima critica consisteva nel non voler creare confusione tra chi aveva fatto il danno (come realtà) e la seconda che la logica del “tu rompi noi paghiamo” non andava bene: critiche accolte ed accettate in pieno e infatti non si fece la cena ma solo l’assemblea. La altre critiche sembravano un po’ sterili e piene di inutile rabbia e non vennero accolte infatti. Dunque, tra i militanti e-o frequentatori delle Panetteria occupata da una parte si pensava in un certo modo e dall’altra all’opposto.… cioè inutilità dell’assemblea, o peggio iniziativa tipo “resa dei conti” o ancora indifferenza… questo lo dico non per cercare medaglie o un odioso “noi l’avevamo detto”... ma è chiaro che io-noi eravamo nella prima cordata per intenderci e ora mi ha fatto strano che chi era nella seconda parte ora sia diventato “fan dell’autocritica”, insomma non la butto sul personale perchè si parla di concetti ma i comportamenti che trovo contraddittori li segnalo tranquillamente.

Arrivando ora alla questione dell’innocentismo ribadisco ancora che non è la mia-nostra impronta e siamo più che d’accordo. Pure sul ragionamento di incentrare una campagna”liberi perchè innocenti” e avete ragione che sarebbe debole… non basta anche perché lo sanno bene e non è una svista che hanno avuto... inoltre battere e ribattere sul tasto di un innocentismo solo sul “NOI non centriamo” politicamente è un po’ come dire “noi siamo estranei ma punite i responsabili” e ciò non va bene per vari motivi. Che poi questo ragazzo sia tornato a casa con la testa rotta sia un dato di fatto e non perchè sia inciampato lo immagino. Sul contraltare di chi gliel’ha spaccata e che (legittimamente o meno, non entro nel merito ora) si tenga per sé è un’altra faccenda...

Bene, il dibattito con voi continua a restare aperto e con questa lettera mi sono attenuto soprattutto agli stimoli e questioni che mi-ci avete posto ma per il resto rimango a disposizione. Aggiungo un paio di cose. Ho saputo che è stata affrontata la questione “rapporti con i media”. Accenno soltanto che credo sia sbagliato rifiutare aprioristicamente e il fatto che i media sono espressione della classe dominante non basta a trarne le conclusioni sempre e comunque nello stesso modo. In breve lo sono anche le scuole, le università, i rapporti di forza nei posti si lavoro ecc e questo non dà motivo di non andare a scuola e restare analfabeti o di non lavorare mai “per scelta” o deliri simili…

Dunque, non credo che spezzare entusiasmi positivi (anche se magari ingenui politicamente) serva a qualcosa se non a indebolire la solidarietà e creare tensioni. Detto ciò chiaro che improbabili conferenze stampa non rientrano nel mio-nostro metodo, certo quello non lo è! Infine, ho saputo di varie realtà e compagni-e slegati da particolari gruppi che hanno espresso volontà di spendersi in un modo o nell’altro.. e questo penso sia molto positivo perchè alleggerisce il carico delle realtà attaccate e più coinvolte, dà uno slancio propositivo e allarga le basi di consenso in maniera attiva poi… un esempio è la proposta (non conosco i termini nello specifico) dell’allenatore della brigata lambrate…

ora a breve arriverà la risposta per la domanda di scarcerazione per Simo e credo e spero che possa uscire a breve da sto cesso di posto!

Io mi fermo qui con le riflessioni salutando tutti voi partecipanti dell’assemblea e ringraziandovi per la vicinanza. Appena riesco rispondo a tutti-e.

A presto non ve lo dico perchè oltre che portare sfiga non sarà così; eccetto chi ci si vedrà in tribunale a Torino.

Sinceramente inutili battute a parte un forte abbraccio a tutti-e voi

Lollo